Dal sogno sfumato al bisogno di riscatto, l’Inter ripensa il suo futuro. Inzaghi aspetta segnali concreti, e il nome che può riaccendere l’entusiasmo è uno che lui conosce molto bene
All’inizio sembrava tutto apparecchiato per una festa. Le vittorie, l’entusiasmo, la sensazione che bastasse allungare la mano per prendersi tutto. Poi, come spesso succede quando meno te lo aspetti, il tavolo si è rovesciato. E adesso, l’Inter si ritrova a fare i conti con la paura più antica: quella di restare a mani vuote.
Il sogno del triplete è evaporato in un lampo, lasciando spazio a un finale di stagione carico di tensione con la paura dei famosi “zero tituli” di mourinhana memoria. In mezzo a tutto questo, Simone Inzaghi si ritrova sotto la lente. Le sconfitte in Coppa Italia e in campionato hanno fatto male, e anche se in società c’è ancora chi predica calma e sangue freddo, il dibattito è apertissimo.
D’altra parte, attribuire tutte le colpe a Inzaghi sarebbe una mezza verità. Qualche crepa nella costruzione della rosa è evidente, e chi ha seguito il mercato Inter lo sa: certi equilibri si sono rotti non tanto per limiti tecnici, quanto per mancanza di alternative vere. Certe volte, più che un cambio, servirebbe un miracolo.
Ecco perché, parallelamente al ragionamento sul futuro in panchina, dove la suggestione Allegri rimane una nuvola all’orizzonte così come le sirene dall’Inghilterra, si sta lavorando su una strategia chiara: se Inzaghi resterà, avrà in mano una squadra più pronta. Una squadra che non debba scegliere ogni volta quale competizione sacrificare.
Tra Serie A, Champions League, Coppa Italia e il Mondiale per club che va ad iniziare questa estate, il menù sarà abbondante. E per non finire indigesti già a novembre, serve mettere mano al motore: il centrocampo.
Inter, idea Milinkovic Savic: può arrivare al posto di Mkhitaryan
Henrik Mkhitaryan è stato uno dei pilastri anche in questa stagione, ma il tempo passa anche per i migliori. Nessuno ha voglia di vedere l’armeno trascinarsi in campo contro l’anagrafe, men che meno lui che l’ha detto molto chiaramente. E allora, serve qualità, serve fisicità, serve un centrocampista che faccia la differenza oggi, non fra due anni.
A questo punto entra in scena il protagonista che potrebbe cambiare passo alla squadra. Con quel suo passo da dominatore e la tecnica che ti spezza le partite in due: Sergej Milinkovic-Savic.
Chi ha memoria lunga sa che con Inzaghi alla Lazio, Milinkovic era il pezzo pregiato, l’arma segreta e palese allo stesso tempo. Poi la scelta di volare in Arabia Saudita, raccogliere un bottino economico importante e sparire un po’ dai radar europei.
Ora, però, qualcosa si sta muovendo. L’esperienza araba potrebbe chiudersi in anticipo, e l’idea di tornare a casa – o almeno in Serie A – stuzzica più di quanto si dica.
Per l’Inter sarebbe un colpo da urlo, di quelli che ti cambiano la faccia di un progetto. Marotta lo sa bene. Bisognerà trattare, certo, e capire i margini di manovra, ma l’idea è reale. E non solo perché Sergej farebbe comodo: sarebbe anche un segnale forte al resto d’Italia e d’Europa. Un modo per dire: “Non siamo qui per partecipare, siamo qui per vincere. Tutto.”
Per Inzaghi, poi, sarebbe il regalo perfetto. Quel tipo di regalo che, a differenza di certi trofei sfuggiti, non si perde di vista.