Quando il calcio dimentica il copione e lascia spazio alla follia: una partita di Serie A e uno di quegli spettacoli che restano negli occhi
Certe sere il calcio si dimentica delle regole non scritte. Quelle che dicono che a un certo punto la partita si deve congelare, amministrare, portare a casa. Ieri a Stavanger, invece, è andato in scena un altro sport. Più vicino alla poesia che alla tattica. Una di quelle partite che, a raccontarle a voce, sembrano esagerate. E invece stavolta è tutto vero.
Per oltre 45 minuti sembrava che Viking e Tromsoe volessero comportarsi da squadre serie. Un primo tempo ordinato, senza follie, senza quei momenti da “che diavolo sta succedendo?”. Si va al riposo con il Tromsoe avanti, grazie a un gol di Erlien. Fin lì, ordinaria amministrazione.
Poi rientrano in campo. E in dieci minuti succede quello che di solito non succede in dieci partite. Minuto 47: ancora Erlien, doppietta personale. Il Tromsoe vola 0-2. Passano sei minuti, 53’: Heggheim rimette in corsa il Viking. 1-2. Neanche il tempo di esultare che Hjerto-Dahl, al 55’, riporta il Tromsoe sul +2. 1-3. Due minuti, solo due, e Austbo fa 2-3.
Chi ha perso il conto è giustificato. Quattro gol in dieci minuti, senza un attimo per respirare. E il bello – o il peggio, dipende dai punti di vista – è che sembrava solo l’inizio.
Poi però, come spesso capita dopo un’esplosione, cala un silenzio strano. Trenta minuti di pausa realizzativa. Giocatori che si guardano, si rincorrono, provano ad attaccare, ma senza la lucidità di quei dieci minuti di anarchia totale. Un po’ come quando dopo una litigata tutti fanno finta di niente ma l’aria resta elettrica.
Viking-Tromsoe: il finale più pazzo d’Europa
Davvero incredibile quello che è accaduto nel massimo campionato della Norvegia di Haaland, che tra l’altro è l’avversaria dell’Italia nelle prossime qualificazioni mondiali. Sembrava tutto ormai deciso, mancavano 3 minuti di recupero e poi tutti a casa sul 2-3 del Tromsoe.
Ma proprio quando la gente stava già pensando alla doccia calda è esploso il finimondo. Minuto 94: Haugen trova il 3-3. Lo stadio esplode, si sente odore di impresa. Ma mica è finita. Due minuti più tardi, al 96’, Roseth completa il sorpasso: 4-3 Viking. Sembra il classico finale da cartolina, quello che fa la felicità dei social media manager.
E invece no. Perché questa non era una partita normale. E allora, al 98’, ancora lui: Vegard Erlien, l’uomo della serata, segna il gol del 4-4. Una tripletta personale, in mezzo a un caos che avrebbe inghiottito chiunque.
Un finale che, visto così, sembra un videogioco settato su “modalità folle”. Un concentrato di emozioni talmente intenso che, arrivati alla fine, c’era quasi bisogno di sedersi e riprendere fiato. Per chi si fosse perso questa follia, c’è anche un video che la racconta meglio di mille parole: ve lo proponiamo alla fine, tratto dalla splendida pagina “Il Calcio Nordico”.
In mezzo a tutto questo, va detto: la tripletta di Erlien merita un applauso a parte. Non solo per i numeri, ma per il sangue freddo mantenuto quando tutti intorno sembravano averlo perso. È anche giusto, alla fine, che nessuna delle due squadre abbia vinto. Sarebbe stato quasi crudele rompere questo equilibrio assurdo. Viking e Tromsoe si sono divise la gloria, firmando una delle pagine più genuine del calcio europeo di quest’anno.
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Senza paura di attaccare, senza la smania di gestire ogni secondo, senza troppe manfrine tattiche. Solo calcio. Quello vero.