Cinque giornate alla fine e tutto è ancora possibile: ecco cosa succede con la finale di Coppa Italia, la corsa della Fiorentina, le qualificazioni europee e i criteri in zona retrocessione
In alcuni momenti della stagione guardare la classifica è come leggere un giallo a metà: sai che succederà qualcosa, ma non capisci ancora bene cosa. Soprattutto se sei tra chi sogna un biglietto per l’Europa o tra quelli che sperano, con le dita incrociate, di non doverlo usare per la Serie B.
A cinque giornate dalla fine, la Serie A si è trasformata in una partita a scacchi tra blocchi di squadre che si studiano, si temono, si superano e poi si ritrovano. E in mezzo ci sono le coppe. Quelle già vinte, quelle da giocare, quelle che – per il solito incastro tutto italiano – rischiano di complicare ancora di più le cose.
Milan e Bologna. Una delle due alzerà la Coppa Italia, ma è già chiaro che quella coppa non sarà solo un trofeo. Sarà anche un lasciapassare per l’Europa League. A meno che, ovviamente, chi la vince sia già tra le prime sei: in quel caso, si libera un posto in più per la Conference League. E lì la storia cambia di nuovo.
Perché oggi, mentre scriviamo, il Milan è nono in classifica. Troppo lontano dalla zona utile per qualificarsi via campionato. Per Conceiçao l’unica via è vincere la coppa. Il Bologna, invece, è lì, saldamente quarto. In caso di trionfo in finale, lascerebbe il “posto bonus” alla settima in classifica.
Non finisce qui. Perché tra le italiane in corsa c’è anche la Fiorentina, impegnata nella semifinale di Conference League. E se la Viola dovesse vincere il torneo, avrebbe garantito l’accesso all’Europa League, a prescindere dal piazzamento in Serie A. In quel caso? Tre italiane in EL, nessuna in Conference. Una specie di effetto domino che potrebbe far saltare tutti gli altri calcoli.
Inter e Napoli sono a quota 71. Salvo crolli improvvisi, voleranno in Champions insieme all’Atalanta, terza forza nuovamente solida e concreta. Dietro, tutto è in discussione. Bologna, Juventus, Lazio, Roma e Fiorentina: in cinque per tre posti europei sicuri, con l’ombra della Coppa che incombe su tutti. E con il Milan che osserva, pronto a rientrare dalla finestra.
Il rischio? Che qualche squadra arrivi settima e si ritrovi fuori per un incastro di coppe sfavorevole. Per questo ogni punto vale. Per questo ogni gol può cambiare il destino.
Giù, invece, è una guerra di nervi per la salvezza. Il Monza a quota 15 punti è ormai condannato. Ma tra il 19mo e il 14mo posto ballano sette punti e sei squadre: Venezia (25 punti), Empoli (25), Lecce (26), Cagliari (30), Parma (31), Verona (32).
Chi si salva, chi retrocede, chi finisce nello spareggio salvezza. Perché sì, anche quest’anno in caso di pari punti al terzultimo posto si gioca uno spareggio secco, così come accade per lo scudetto. Una partita dentro o fuori, in casa di quella piazzata meglio secondo la classifica. E se sono tre o più? Classifica avulsa, poi spareggio tra le due peggiori.
Nell’immagine vedete i criteri per l’arrivo a pari punti. Questi criteri valgono per la corsa alle posizioni “europee” e per le classifiche avulse, ma anche per il pre-spareggio. Si utilizzano questi criteri infatti anche per decidere quale sarà la squadra a giocare in casa. All’ultimo respiro: alzi la mano chi non pensa che alcuni traguardi di questo campionato si decideranno proprio così.
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