Giuntoli parla di una possibile conferma di Tudor, ma il futuro della panchina Juve si restringe: la Champions può fare la differenza ma i nomi in ballo restano due
Basta una frase lanciata con nonchalance prima di una partita che finisce per accendere la miccia. E infatti, nel pre di Juve-Parma, a rubare la scena non è stato un modulo, un infortunio o un ballottaggio di formazione. È stato Cristiano Giuntoli, con una frase che ha fatto subito il giro delle chat: Tudor può restare anche l’anno prossimo.
Detta così, sembra quasi un’ipotesi di cortesia. Ma a guardare bene la faccenda, dietro quelle parole c’è molto di più. Perché il lavoro di Igor Tudor in queste settimane è stato tutto fuorché banale. Non è entrato in punta di piedi, ma nemmeno ha fatto fuochi d’artificio. Tudor si è limitato a mettere ordine. Che, alla Juve di quest’anno, era forse il compito più complicato di tutti.
Giocatori che sembravano smarriti sono tornati a essere centrali. C’è chi ha ritrovato il campo, chi ha ritrovato un senso. E la Champions League, che a lungo era sembrata fortemente in bilico, è tornata a portata di mano. Almeno fino a ieri sera.
Perché poi è arrivato il tonfo a Parma. Un 1-0 brutto nella forma e peggiore nella sostanza. Il classico passo indietro che in una corsa a ostacoli rischia di pesare più di quanto sembri. E infatti il discorso-Tudor, da possibile conferma, torna subito a essere ipotesi da verificare. Nessun processo, per carità, ma un monito chiaro: senza Champions, ogni discorso sul futuro torna in discussione.
Juve, il sogno è Antonio Conte, ma Tudor resta una possibilità
Per capirlo davvero, bisogna allargare lo sguardo. Perché la Juve, nel silenzio e nella prudenza, sta coltivando un pensiero fisso. Un nome che è anche una bandiera, un ritorno che avrebbe del clamoroso. Antonio Conte.
Non è un mistero che l’idea piaccia a dirigenza e tifosi. Ma qui le cose si complicano. Perché Conte è legato al Napoli da un contratto triennale. E nonostante le risposte in codice e le conferenze in stile western, il club azzurro non ha nessuna intenzione di lasciarlo andare facilmente. Anzi, De Laurentiis pare intenzionato ad accontentarlo su tutta la linea, pur di continuare insieme.
Il faccia a faccia tra i due, previsto a fine stagione, sarà decisivo. Ma al momento non si può escludere niente: né una separazione, né una conferma. E questo rende ogni discorso, alla Continassa, molto più complicato.
Ed è proprio qui che si stringe il cerchio. Perché, al netto di suggestioni e casting più o meno reali, oggi le opzioni vere sono due. O Conte, se si libera. O Tudor, a patto che arrivi la Champions. Poi si inizierà a valutare soluzioni alternative, che però – da Pioli, più vicino alla Roma, a profili come Gasperini – sembrano per ora semplici idee.
Se Tudor riuscirà a portare la squadra tra le prime quattro e a giocarsi con dignità il Mondiale per Club, allora la sua candidatura potrebbe rafforzarsi fino a diventare la più sensata. Un tecnico già dentro il progetto, già dentro lo spogliatoio, già dentro la testa dei giocatori. Non un nuovo inizio, ma una prosecuzione ragionata.
Perché a volte, più che rincorrere sogni romantici o ritorni da romanzo, serve solo fermarsi e guardare bene chi hai già in casa. Ma prima, serve il pass per l’Europa che conta. Senza quello, non si parte nemmeno.