Ederson brilla con l’Atalanta e segna anche a San Siro: ora due grandi si preparano a sfidarsi sul mercato. Il brasiliano è al centro di un vero e proprio derby
San Siro ha un modo tutto suo di restituire la verità. Può essere brutale, a volte spietato. Ma raramente mente. Lì dentro, tra i riflettori e i sussurri che diventano boati, c’è un momento preciso in cui si capisce tutto. Basta guardare le facce. E in quella serata, contro il Milan, ce n’era una che sorrideva a metà: Ederson. Non esultava con rabbia, né con strafottenza. Sembrava uno che sapeva benissimo cosa aveva appena fatto.
Quel gol ha affondato una stagione intera, quella del Milan, e contemporaneamente ne ha rilanciata un’altra, quella dell’Atalanta. Ma sarebbe riduttivo raccontare tutto partendo solo da lì. Perché il brasiliano non è diventato importante con quella rete. Quello è stato solo il timbro finale su un dossier già pronto da mesi.
Da tempo uno dei pezzi più preziosi del mosaico di Gasperini, oggi forse è diventato il più difficile da sostituire. Ederson non è il tipo di giocatore che fa rumore. Recupera, cuce, attacca. E adesso segna pure. Quattro gol in campionato, tutti pesanti, tutti figli di una lettura del gioco sempre più lucida.
L’anno scorso era già stato fondamentale, ma questa stagione ha fatto un altro salto. Non solo tecnico, ma proprio di percezione. Si ha l’impressione che l’Atalanta abbia cambiato marcia nel momento in cui ha smesso di ruotare Ederson. E il fatto che il Gasp non lo tolga quasi mai qualcosa vorrà pur dire.
Lui, intanto, fa finta di niente. Ma da fuori, il silenzio attorno a lui si è rotto. E anche forte.
Ederson, i radar si accendono: da Bergamo a Manchester (e ritorno)
Ci sono giocatori che attirano attenzioni rumorose, quasi invadenti. E altri che vengono osservati in punta di piedi, con un certo pudore. Ederson appartiene alla seconda categoria. Ma ora che ha segnato anche a San Siro, ora che l’Atalanta si avvicina sempre di più alla qualificazione Champions, il suo nome ha cominciato a rimbalzare nelle sale dei dirigenti.
Il primo a muoversi era stato il Manchester City. Guardiola aveva fiutato il profilo perfetto: tecnico, disciplinato, tatticamente malleabile. Avevano provato un’offerta a gennaio, respinta con cortesia e fermezza. Troppo importante, troppo centrale per lasciarlo andare a metà stagione. Ma l’estate sarà lunga e in Inghilterra nessuno ha intenzione di restare a guardare.
Anzi, qualcuno ha già acceso i motori. Dall’altra parte della città, al Manchester United, si sono mossi in silenzio. In tribuna a Milano c’era chi prendeva appunti. Ederson era il focus, ma anche Mateo Retegui ha raccolto sguardi interessati. Tuttavia, per l’attacco le gerarchie sembrano già scritte: c’è Victor Osimhen in cima alla lista, e pare che qualcosa si stia già muovendo in quella direzione.
Ma a centrocampo, il nome caldo è lui. Ederson ha tutto per diventare l’obiettivo principale del prossimo mercato. E qui non si parla solo di talento: si parla di tenuta mentale, di abitudine alla pressione, di capacità di essere sempre all’altezza. Uno che non si nasconde. Uno che può fare il salto.
L’Atalanta sa che sarà dura. La bottega è cara, com’è giusto che sia, ma trattenere un giocatore così sarà un’impresa. Non solo per i soldi, ma per le ambizioni. Perché dopo una stagione del genere, anche Ederson avrà voglia di misurarsi altrove.