Un vecchio legame, una nuova maglia, una rivalità che continua in silenzio. Tra Juve e Napoli si gioca un’altra partita, fatta di intuizioni e sgarbi. E stavolta il colpo potrebbe far male davvero
Non sempre serve una frase storta o un’intervista polemica per far capire che due persone non si stimano più. A volte basta il silenzio. O meglio: un silenzio pieno di azioni, mosse studiate, strategie che parlano da sole. Ecco, Cristiano Giuntoli e Aurelio De Laurentiis non si dicono più nulla, ma si rispondono dal solo campo che davvero conta per due dirigenti del loro calibro. Il mercato.
Il passato, comunque, ha lasciato i suoi strascichi. L’addio di Giuntoli al Napoli è stato tutto tranne che indolore. Non tanto per le modalità, quanto per la destinazione: la Juventus, la nemica per eccellenza. Da allora, il presidente azzurro non ha mai perso occasione per far sapere quanto poco abbia digerito il divorzio.
Eppure, nonostante la tensione nell’aria, Giuntoli ha sempre evitato la polemica frontale. Ha scelto un altro tipo di vendetta: quella elegante, che passa per i dossier, non per i microfoni.
E il Napoli? Naturalmente non sta a guardare. Se De Laurentiis può fare muro sui suoi gioielli ancora sotto contratto – e Victor Osimhen è il caso più emblematico – Giuntoli ha campo libero su un’altra categoria: quella dei calciatori che lui ha scoperto, valorizzato e che ora sono in giro per l’Europa.
La Juve punta Kim Min Jae: Giuntoli, che schiaffo al Napoli
E così, mentre il Napoli blinda i suoi assi, la Juve pensa a rimescolare le carte dietro. La difesa bianconera ha bisogno di aria nuova, di un elemento che dia struttura ma anche personalità. Qualcuno che conosca già la Serie A, che abbia vinto, che sappia reggere le pressioni. E magari, che sia stato uno dei pupilli di Giuntoli.
Un nome sta tornando a circolare in silenzio, senza fanfare, ma con la forza delle cose che hanno senso: Kim Min-jae. Il centrale sudcoreano, sbarcato a Napoli per rimpiazzare Koulibaly e diventato in pochi mesi un intoccabile, oggi gioca al Bayern Monaco, ma con esiti meno brillanti di quanto ci si aspettasse.
Al Napoli era stato un muro. Al Bayern è un buon difensore, ma non più imprescindibile. Non c’è crisi, per carità, ma neppure quella sensazione di essere nel posto giusto. E Giuntoli lo sa. L’ha scelto, coccolato, visto crescere. E ora lo potrebbe riportare in Italia, per farne il perno della nuova retroguardia juventina, magari accanto a Bremer.
Sarebbe un ritorno clamoroso, e anche un colpo basso per chi, fino a poco fa, lo considerava un figlio calcistico. Non sarebbe solo una mossa tecnica. Sarebbe una carezza rovesciata sulla faccia del Napoli. Un ricordo scomodo che si materializza con la maglia sbagliata. Un’altra cicatrice, non aperta da parole, ma dai fatti. E pure dai colori.
A pensarci bene, è perfetta come vendetta. Kim non è più del Napoli, non c’è clausola da trattare, né presidenti da convincere. Il Bayern valuta offerte, la Juve osserva. E De Laurentiis? Tace. Ma la tensione si taglia lo stesso, anche senza che nessuno parli.