Un blitz in Belgio, un ragazzo del 2007 e l’eco di un altro Yildiz: perché il “nuovo Yildiz” è molto più di un nome sul taccuino
Certe volte il talento non chiede permesso. Non bussa. Apre la porta, entra, si accomoda e inizia a brillare senza nemmeno aspettare il turno. È quel tipo di talento che mette in crisi gli scout, i dirigenti, i cronisti: troppo giovane per essere già “pronto”, troppo forte per essere ignorato.
E allora succede che, in una serata qualunque del campionato belga, sugli spalti di Club Bruges–Genk si materializzino uomini della Juventus. Non per un affare chiuso, ma per osservare da vicino un ragazzo del 2007. Uno di quelli che – come si dice – “hanno qualcosa in più”.
Il nome, per ora, non suona familiare. Ma solo per poco.
Nel mondo di oggi, se a 17 anni hai già debuttato tra i professionisti e hai anche partecipato a qualche gol vuol dire che sei in anticipo sui tempi. Non solo nel senso anagrafico. Konstantinos Karetsas gioca nel Genk, ma non è belga. O meglio, sì, lo è per nascita. Ma nel cuore batte la Grecia, quella dei nonni, delle radici e ora anche della Nazionale maggiore.
Mancino, trequartista, ma con la faccia e i movimenti da numero 10 di quelli veri, quelli che si fanno cercare tra le linee e poi decidono dove e quando giocare il pallone. È alto 1,71, non ha ancora 18 anni ma neppure ha bisogno di troppi giri di parole per farsi capire: gioca semplice, gioca bene. E già questo, oggi, è una rarità.
La Juventus, secondo HLN.be, si è mossa. Ha inviato alcuni suoi uomini a vederlo dal vivo, e non è la prima volta. Il Genk lo considera un patrimonio, lo ha blindato con un contratto fino al 2027, ma i sussurri di mercato cominciano a diventare voci. Di quelle insistenti.
Il Bayern Monaco, che rivorrebbe anche lo stesso Yildiz, lo segue con attenzione, e pare che anche il Manchester City abbia già fatto qualche telefonata. Normale, verrebbe da dire, quando nel giro di pochi mesi un ragazzo diventa il più giovane marcatore della storia della Nazionale greca e anche in Belgio batte diversi record di precocità.
Ecco, la Nazionale: un rimpianto pazzesco per i Diavoli Rossi. A marzo 2025 Karetsas ha detto “no grazie” alla trafila con le giovanili del Belgio e ha scelto la Grecia. Ha esordito in Nations League contro la Scozia, poi ha segnato tre giorni dopo. Facile dire “predestinato”, ma a volte le etichette raccontano almeno una parte della verità.
In casa Juve si sente lo stesso hype di quando arrivò Kenan Yildiz, pescato con intelligenza e pazienza. Non è una copia, ovviamente. Sono due giocatori diversi, con percorsi e caratteristiche differenti. Ma entrambi rappresentano quella scommessa calcolata che a Torino si vuole vincere: pescare prima degli altri e costruire il futuro senza doverlo comprare a peso d’oro.
Il calcio, in fondo, è anche questo: avere l’occhio giusto al momento giusto. Ma soprattutto, avere il coraggio di fidarsi di un diciassettenne che guarda la porta e non si fa domande. E Kostas Karetsas non è un nome da agenda. È un’idea da coltivare.
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