Un meme assurdo, una vittoria da celebrare e un TikTok fuori controllo. Quando un video goliardico rischia di diventare un boomerang internazionale
C’è un momento in cui le cose sfuggono di mano. Succede a tutti: basta poco, un meme fuori posto, una frase detta con leggerezza, una canzone in sottofondo. Poi il silenzio imbarazzato, le scuse a denti stretti, qualcuno che s’indigna e qualcun altro che si diverte ancora di più.
Nel calcio, tutto questo si amplifica. Perché le società sono brand, emblemi di una comunità, e basta un video sui social per parlare a milioni di persone. Magari con lingue diverse, codici diversi, sensibilità diverse. E quando si gioca col fuoco, anche se lo si fa per ridere, può finire che qualcuno si scotti.
Il Celta Vigo B, squadra riserve del club galiziano, ha festeggiato con entusiasmo una vittoria importante nella 31ª giornata della Primera Federación, l’equivalente spagnola della nostra Serie C. Il risultato? 3-1 al Barcellona B, tanta roba. Un successo da celebrare.
E allora via con il classico video da spogliatoio su TikTok: cori, balli, risate. Ma a fare notizia non è stato il risultato, bensì l’audio scelto come colonna sonora: il famigerato trend virale “Tralalero Tralala”.
Chi non capisce l’italiano sente solo una cantilena strampalata. Ma chi lo capisce, ha riconosciuto subito un paio di bestemmie messe lì tra un “tralalà” e una parolaccia, come se fossero intercalari qualsiasi. E da lì, come sempre succede quando il calcio incontra il web, è partita la polemica: chi ride, chi si indigna, chi non ci crede.
Cos’è Tralalero Tralala, l’ultimo trend senza senso di TikTok
Difficile pensare che al Celta B sapessero cosa stavano pubblicando. Più facile immaginare che il video sia stato montato al volo, seguendo uno dei tanti suoni virali che TikTok propone. Peccato che quel suono, per chi parla italiano, suoni come un bestemmione con l’eco.
Questo assurdo trend di TikTok nasce in Italia, nel 2025, come puro nonsense da social. Una voce maschile racconta in modo surreale una serata con il figlio e la nonna, i cui nomi sono già tutti un programma, in mezzo a parolacce e bestemmie, tra Fortnite e purè di… meglio non finire la frase.
Il tutto è volutamente eccessivo, al limite del grottesco. Non c’è un senso, c’è solo l’effetto comico del nonsense spinto oltre i limiti del buon gusto, ovviamente con un contorno di espressioni blasfeme che ai ragazzini di internet piacciono tanto, chissà come mai. E infatti ha funzionato: l’audio è stato usato per clip di anime, highlights assurdi e video generati con intelligenza artificiale.
Ma anche i trend, quando viaggiano, rischiano di cambiare forma. Quello che in un contesto fa ridere, in un altro può sembrare offensivo. E così, una goliardata italiana, usata con leggerezza da un club spagnolo, è diventata un caso transfrontaliero. I ragazzini italiani ovviamente si divertono, chi è più sensibile all’argomento si diverte un po’ meno.
Il caso Osimhen: quando ad arrabbiarsi per un TikTok è un calciatore
A proposito di TikTok e di scivoloni, difficile non tornare con la memoria al caso Osimhen. Era il settembre 2023 quando il Napoli, dopo un rigore sbagliato dal nigeriano contro il Bologna, pubblicò un video TikTok ironico. Una presa in giro leggera, con tono scherzoso, almeno nelle intenzioni.
Peccato che Osimhen non la prese affatto bene. Rimosse tutte le foto con la maglia del Napoli, smise di seguire il club, e il suo entourage minacciò azioni legali. Il video fu rimosso in fretta, ma la ferita restò. E il rapporto, già precario, si incrinò definitivamente, con gli sviluppi a cui stiamo assistendo ancora oggi.
Lì il contenuto era comprensibile a tutti, ma fu la percezione dell’intento a fare danni. Col Celta, paradossalmente, succede il contrario: l’intento era innocente, ma il contenuto – per chi lo capisce – è oggettivamente esplosivo.
È il paradosso della comunicazione digitale: anche il meme più stupido può avere conseguenze impreviste. E una canzoncina trash, uscita da qualche angolo delirante del TikTok italiano, può far tremare un account ufficiale di una squadra professionistica.