Sembrava tutto scritto: una stagione da protagonista, un futuro già tracciato. Invece il silenzio ha scavato il solco. E ora qualcuno bussa alla porta
Non è la solita storia di un calciatore in cerca di gloria, né il classico addio preannunciato tra fischi e scontento. Qui si parla di qualcosa che stava andando per il verso giusto. Di un percorso lineare, quasi scolastico, di quelli in cui ogni stagione aggiunge un mattoncino e la casa sembra ormai solida, abitabile, pure con un bel giardino.
E invece – come succede a volte nella vita, figuriamoci nel calcio – a un certo punto qualcosa si incrina. Un dettaglio trascurato, un gesto mancato, una parola non detta. E la casa comincia a scricchiolare.
Se si guarda la stagione della Fiorentina, tra alti e bassi fisiologici, c’è un filo conduttore che ha fatto parlare più i fatti che le parole: la crescita di diversi calciatori chiave. E tra questi, uno su tutti ha finalmente imboccato il rettilineo giusto dopo anni di curve e deviazioni: Dodò ha smesso di fare i conti con la sfortuna e ha iniziato a farli col campo. Finalmente nel modo giusto.
Poco rumore, poche presenze nei titoli dei giornali, ma una costanza da metronomo. Lo si è visto correre sulla fascia con una gamba ritrovata, spesso nel ruolo di terzino basso nella linea a quattro, a volte anche più avanti, quando si tornava alla difesa a tre. Sempre al servizio della squadra, con la faccia di chi non chiede nulla ma dà tutto.
E i numeri? Niente copertina: zero gol, cinque assist. Ma chi ha visto le partite sa che non raccontano tutta la verità. Perché in campo è stato spesso tra i più affidabili.
Ecco perché la sua permanenza a Firenze sembrava fuori discussione. Per la piazza, per l’allenatore, persino per lui stesso. Poi, all’improvviso, quel dettaglio che cambia la scena: il contratto.
Dodò, il nodo rinnovo e la corte dell’Inter
Il legame con la Fiorentina scade nel 2027, quindi non si parla certo di scadenza imminente. Ma qui il punto non è il calendario, è il segnale. È la mancanza di un riconoscimento, di un gesto che faccia sentire importanti.
Lui ha aspettato in silenzio, per mesi. Si parla di sette, a voler essere precisi. Nessun mal di pancia, nessuna uscita fuori posto. Solo la volontà di restare. Ma a quanto pare quella volontà ha un limite.
Secondo quanto riportato da Flavio Ognissanti, che segue la Fiore giorno per giorno e di Dodò è grande amico, tanto da averlo anche ospitato una sera in live su Twitch, l’esterno adesso ha iniziato a guardarsi intorno. E lì si è aperto un altro scenario. Perché quando un giocatore serio e affidabile si mette anche solo a pensare di cambiare aria, qualcuno che fiuta l’occasione c’è sempre.
Quella che inizialmente era una suggestione ora sta prendendo forma. L’Inter, che nella prossima stagione vorrà creare due squadre quasi equivalenti per provare a vincere tutto, ha individuato in Dodò un profilo ideale per affiancare o addirittura sostituire Dumfries. Esperienza in Serie A, affidabilità, costi sostenibili. E poi una cosa che a Milano apprezzano molto: il silenzio operoso.
Ma non è l’unica. Il giocatore piace da tempo anche al Barcellona, e persino il Napoli si era mosso lo scorso inverno per sondare il terreno. Niente di definito, sia chiaro. Ma abbastanza da far capire che la porta, ormai, è più che socchiusa.
Nel frattempo, a Firenze la situazione rischia di sfuggire di mano. Perché qui non si tratta solo di perdere un titolare, ma di dare l’idea che un giocatore che ha dato tutto non sia stato ascoltato. E questo, nel calcio di oggi, è un boomerang che torna sempre indietro.