Kvaratskhelia sogna il passaggio di turno in Champions League e va a caccia della storia della competizione: perché può entrare nella leggenda della competizione
Khvicha Kvaratskhelia sta vivendo un momento magico. Con il PSG a un passo dalle semifinali di Champions League, il georgiano ha gli occhi puntati sulla sfida di ritorno contro l’Aston Villa. Il 3-1 dell’andata è un bel biglietto da visita, ma nel calcio nulla è scontato, e Khvicha lo sa bene.
Basta un lampo, una di quelle giocate da capogiro che lo hanno reso una stella, per cambiare il destino di una partita. E se i parigini dovessero passare il turno, affronteranno una tra Arsenal e Real Madrid e il sogno di Kvaratskhelia potrebbe prendere forma. Non è solo una questione di talento, ma di cuore e fame di vittoria. Kvaratskhelia sta inseguendo un traguardo che lo metterebbe al fianco di giovani leggende
La Champions League di quest’anno sta regalando un’edizione che tiene tutti con il fiato sospeso. Il PSG, trascinato da un Kvaratskhelia in stato di grazia, è tra le favorite, ma la strada per la finale di Istanbul è un campo minato.
La partita contro l’Aston Villa, per esempio, non è una formalità. All’andata, il georgiano ha illuminato il Parco dei Principi con un gol e un assist, mostrando una freddezza che fa venire i brividi. Eppure, la squadra di Unai Emery ha dimostrato di saper vendere cara la pelle, e il ritorno sarà una battaglia.
Secondo le statistiche UEFA, Kvaratskhelia è tra i migliori dribblatori della competizione, con una media di 3,8 dribbling riusciti a partita. Numeri che ricordano i grandi del passato, ma con un sapore tutto suo. E se il PSG dovesse andare avanti, il suo nome potrebbe risuonare ancora più forte. Immaginate la scena: un gol decisivo in semifinale, magari contro il Real Madrid, e Tbilisi che esplode di gioia.
Essere tra i pochi nati dal 2001 in poi ad aver vinto la Champions League è un biglietto per l’immortalità calcistica. Kvaratskhelia lo sa, e il suo sogno è misurarsi con chi ce l’ha già fatta.
Pensiamo a Rodrygo, brasiliano del Real Madrid, nato nel gennaio del 2001. Quando è arrivato dal Santos, lo chiamavano “il nuovo Neymar”, ma lui ha saputo scrivere la sua storia. Nella Champions 2021-22 è stato il re delle rimonte: gol al Chelsea, doppietta al Manchester City in pieno recupero, con il Bernabéu che tremava.
Due anni dopo, nel 2024, ha alzato la sua seconda coppa, sempre con i Blancos. Non ancora 24 anni e già due trofei europei in bacheca, roba da far girare la testa. Rodrygo ha dimostrato che, nei momenti che contano, il talento deve andare a braccetto con il coraggio.
Poi c’è Eduardo Camavinga, un altro gioiello del Real Madrid, nato nel novembre 2002. Centrocampista elegante, capace di giocare ovunque – da mezzala a terzino sinistro – ha portato una ventata di freschezza in una squadra di mostri sacri. A 19 anni festeggiava la sua prima Champions, a 21 la seconda.
La cosa che colpisce di Camavinga è la naturalezza: sembra sempre divertirsi, come se giocare a quei livelli fosse un gioco da ragazzi. Dopo la finale del 2022, ha scritto su X “Facile, no?”, mandando in visibilio i tifosi. Una lezione per Kvaratskhelia, la leggerezza può essere un’arma letale.
E infine Jude Bellingham, inglese nato nel giugno 2003, che a 21 anni è già un colosso. Dopo aver incantato con il Borussia Dortmund, è sbarcato a Madrid e ha preso in mano il centrocampo. Nella Champions 2023-24 è stato decisivo: un gol in semifinale contro il Bayern Monaco, un assist in finale, e una prestazione da leader vero. Bellingham non è solo tecnica, ma carisma puro, di quelli che trascinano una squadra.
Confrontarsi con Rodrygo, Camavinga e Bellingham non è facile, ma Kvaratskhelia ha tutto per tenere il passo. Il suo percorso in Champions League è solo all’inizio, ma le premesse sono da fuochi d’artificio. Ogni dribbling, ogni gol, ogni assist è un passo verso la leggenda. E se il PSG dovesse vincere la coppa, Khvicha sarebbe il primo georgiano a riuscirci, un traguardo che farebbe impazzire i tifosi da Tbilisi a Parigi.
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