Il Milan prepara una rivoluzione totale: ce ne sono cinque in uscita e servono almeno quattro innesti. Il ruolo più in crisi della rosa è pronto a cambiare volto
C’è un momento, durante le stagioni difficili, in cui smetti di cercare le colpe e inizi a contare i pezzi. Non è un’operazione romantica, né tantomeno consolatoria. È quel passaggio in cui si guarda la rosa di una squadra e si capisce che più che ritoccare, bisogna ricostruire.
Le indiscrezioni parlano di rivoluzione, ma la verità è che la rivoluzione è già iniziata. In sordina, senza proclami, ma con gesti che lasciano pochi dubbi. Il primo è stato la cessione di Davide Calabria, simbolo e capitano, che a gennaio ha salutato per accasarsi al Bologna. Una scelta che sembrava impensabile fino a qualche mese prima. Ma che oggi appare quasi naturale.
Nel suo posto è arrivato Kyle Walker, e lì si è pensato che il Milan stesse facendo sul serio. Esperienza, gamba, personalità. Sulla carta, il classico colpo alla “abbiamo imparato dagli errori”. Poi però arriva il campo, e la carta si accartoccia in fretta. Walker ha portato poco, pochissimo, e il suo impatto si è dissolto nel grigiore generale. Nessun riscatto in vista, e biglietto di ritorno già prenotato.
Dall’altra parte del campo, il discorso non cambia di molto. Emerson Royal era stato vicino alla cessione già a gennaio. Il rendimento? Evitabile. L’investimento? Salato. Il destino? Segnato. Solo che l’infortunio ha congelato tutto, lasciandolo in un limbo che durerà giusto fino all’estate, quando sarà il momento di salutarsi.
Due su due, dunque. Ma il conto non finisce qui.
A sinistra il padrone della fascia si chiama ancora Theo Hernandez, ma anche qui l’aria è quella da fine ciclo. Gli indizi ci sono tutti: il calo, le parole misurate, la sensazione che lo slancio emotivo sia finito.
Se arriverà un’offerta accettabile il Milan non farà barricate, anche in virtù del contratto in scadenza 2026. Anzi: la cessione di Theo potrebbe diventare la chiave per finanziare il nuovo corso, soprattutto sulle fasce.
Peccato che, dietro di lui, ci sia il vuoto. Terracciano, provato e riprovato, non ha mai convinto davvero. Giovane, sì. Futuro, forse. Ma presente? Non pervenuto.
Alex Jimenez, invece, è stata una piacevole sorpresa. Duttilità, personalità, crescita costante. Il classico profilo da tenersi stretto. Se non fosse per quella fastidiosa clausola di recompra del Real Madrid da 9 milioni, che incombe come una nuvola grigia e rende tutto meno semplice.
Facendo un rapido bilancio, il rischio concreto è che il Milan saluti cinque esterni su cinque: Walker, Emerson, Theo, Terracciano e – Real permettendo – anche Jimenez. Il che significa una sola cosa: rifondazione totale. Minimo quattro nuovi terzini da inserire in rosa, e con urgenza.
E non basterà nemmeno tappare le falle. Servirà visione. Servirà un progetto tecnico coerente. E servirà, soprattutto, un nuovo direttore sportivo con idee chiare e mani libere, il cui annuncio è atteso a breve. Perché il disastro è già successo. Ora si tratta solo di capire chi avrà il coraggio di rimettere insieme i cocci.
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