Juve, è caos alla Continassa: c’è un problema di non poco conto che solo Igor Tudor può risolvere, ecco cosa sta accadendo
Quattro punti in due gare, una media di due per ogni partita che di fatto è la stessa che aveva alla Lazio nella scora stagione quand’è subentrato a Maurizio Sarri. Igor Tudor si è presentato come meglio non avrebbe potuto, d’altronde negli occhi di dirigenti e tifosi bianconeri erano ancora vivide le immagini delle scoppole prese tra Atalanta e Fiorentina.
Sette reti incassate, nessuna all’attivo e soprattutto due figuracce epocali che hanno portato un doppio zero in classifica. Insomma, a Tudor piace vincere facile perché peggio non si poteva proprio fare eppure al primo ostacolo di livello, la Roma di Claudio Ranieri, la squadra più in forma del campionato, la Juve ha pareggiato 1-1 all’Olimpico.
Non male insomma. E se il buongiorno si vede dal mattino, beh, c’è da essere ottimisti. D’altronde con questa media punti sarà qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Ed è quella la priorità di Igor Tudor, il quarto posto. Imprescindibile per poter aspirare alla riconferma sulla panchina bianconera anche nella prossima stagione.
Juve, cinque tecnici in sei anni: e non è finita
Tudor vuole restare a Torino, ha scommesso su sé stesso accettando il ruolo di traghettatore ed un contratto fino a fine stagione, che terminerà con la fine del Mondiale per Club. Nelle sue mani la possibilità di conquistare il rinnovo e dare continuità ad un progetto.
Già, la continuità, quella mancata alla Continassa negli ultimi anni. Cinque allenatori nelle ultime sei stagioni. Da Allegri – che aveva vinto 5 titoli di fila ma con il peccato originale del non bel gioco – a Sarri (scudetto in epoca Covid non sufficiente, però per essere confermato). Da Pirlo all’Allegri-bis fino a Thiago Motta, l’unico esonerato a stagione in corso per far spazio a Tudor.
Caos e confusione regnano sovrani alla Continassa, insomma, situazioni che hanno penalizzato soprattutto il gioco ed i risultati in campo. Intanto già si parla dei nomi per il futuro, da Antonio Conte e Gian Piero Gasperini a Stefano Pioli e Roberto Mancini – peraltro seguito prima di puntare con decisione su Tudor – fino a De Zerbi, la new entry.
Tudor resta alla Juve: la dirigenza ha scelto
Alla Continassa, eppure, si sta ragionando con sempre maggior insistenza su un’altra ipotesi. Già, la permanenza di Tudor in panchina anche per la prossima stagione. Il tecnico croato ha il “dna Juve” insito, formatosi nell’esperienza da calciatore ed in quella da vice allenatore di Pirlo.
Ed oggi, dopo aver lavorato tanto per ottenere quella panchina, non vuole lasciarla. I suoi metodi, di rottura rispetto a quelli di Thiago Motta, sono piaciuti alla dirigenza che è pronta ad una decisione clamorosa. D’altronde se la squadra risponde bene ai metodi di allenamento ed i risultati arrivano, perché investire altri milioni in un nuovo tecnico?
La scelta più logica sarebbe trattenere il croato che ha pure accumulato una discreta esperienza europea. Il campionato sarà il banco di prova, il Mondiale per Club l’esame finale: Tudor, dalla sua ha un vantaggio non da poco. Allena già la Juve e può convincere i dirigenti attraverso il lavoro. Di fatto, non aspetta altro.