Un gesto di nervosismo, una telefonata di troppo. Quando le conferenze stampa raccontano più delle partite
In certi momenti dell’anno il calcio si trasforma in un gioco d’equilibrio instabile. Basta un gol preso al novantesimo, un palo di troppo o un articolo “sgradito” per far saltare i nervi anche ai più navigati.
E allora capita che, invece di parlare di tattiche e moduli, si finisce a raccontare di telefoni sbattuti, redazioni prese a male parole e conferenze stampa che diventano un teatro di tensione più che un confronto sportivo.
Quello che è successo all’Atalanta nelle ultime settimane somiglia proprio a uno di quei momenti lì. Uno di quelli in cui sembra che ogni granello di sabbia sia diventato improvvisamente una montagna. E se in campo le cose si complicano, fuori succede che anche il più esperto degli allenatori possa finire col perdere la bussola.
Fino a qualche settimana fa, a Bergamo si respirava aria d’alta quota. La squadra correva, segnava, vinceva. E in tanti, anche fuori dai confini lombardi, si erano messi comodi ad osservare quella che poteva diventare l’outsider per lo scudetto. Poi qualcosa si è inceppato. La sconfitta con l’Inter segna un punto di svolta in negativo della stagione dell’Atalanta: da lì in poi c’è stato un vero tracollo.
La classifica ancora regge l’apparenza, ma a guardarla con attenzione si notano le crepe: terzo posto, sì, ma con la Juve a due punti e la Roma, settima, a quattro. Una scivolata di troppo e il sogno scudetto si trasforma in un incubo Champions, con l’Europa League che diventa uno scenario possibile e addirittura, se non si sta attenti, si rischia di perdere pure quella.
Ed è in questo clima, tutt’altro che sereno, che Gian Piero Gasperini sembra aver perso la proverbiale pazienza. Ammesso che l’abbia mai avuta.
Il caso Marina Belotti e le urla al Corriere di Bergamo: Gasperini, tutto ok?
Già segnali di insofferenza Gasperini li ha dati nell’intervista a Sky, dove se l’è presa con Giancarlo Marocchi che gli faceva notare come forse alcune sue dichiarazioni sulla fine del rapporto con l’Atalanta potessero aver condizionato i giocatori. Lì l’allenatore si è arrabbiato, ma poi in conferenza stampa è andato anche oltre. E a quanto pare non solo lì.
A raccontarlo è il Corriere di Bergamo, giornale storico della provincia, che in un retroscena piuttosto dettagliato mette nero su bianco un episodio che ha lasciato più di qualcuno a bocca aperta.
Durante l’ultima conferenza stampa, l’allenatore nerazzurro avrebbe vietato alla giornalista Marina Belotti di porgli domande. Così, in modo esplicito. Il motivo? Un articolo uscito in settimana sul giornale, ritenuto probabilmente troppo critico o, chissà, semplicemente indigesto.
Ma non è finita lì. Sempre secondo quanto riportato dal Corriere, il tecnico avrebbe poi alzato chiamato direttamente in redazione una volta letto l’articolo. Il contenuto della chiamata? Urla, insulti e toni fuori controllo, rivolti a chiunque fosse dall’altra parte della linea in quel momento. Una scena che, per come raccontata, sarebbe davvero poco edificante.
E purtroppo non si tratta nemmeno di un episodio isolato. La storia recente di Gasperini, per quanto gloriosa dal punto di vista sportivo, è segnata da un rapporto spesso teso, talvolta esplosivo, con la stampa. Ogni volta che con lui si tocca un nervo scoperto, la reazione è più o meno sempre la stessa: attacco frontale, tono piccato, difesa a oltranza.
Gasperini, bel calcio e liti: problemi con la stampa e i calciatori
Ormai chi conosce la sua storia lo sa: Gasperini non è nuovo ad avere problemi personali anche con i suoi stessi calciatori, figuriamoci con i giornalisti. E questo era noto. Ma qui si è andati decisamente oltre.
Non c’è solo un tema di forma, ma di rispetto professionale. Impedire a una giornalista di porre una domanda non è solo un brutto gesto, è un segnale. E telefonare in redazione per insultare chi ha fatto il proprio lavoro è qualcosa che, in qualsiasi altro contesto, verrebbe bollato come inaccettabile.
In mezzo a tutto questo, è giusto riconoscere la giusta solidarietà alla collega Marina Belotti – che dopo l’episodio ha giustamente lasciato la conferenza – e al Corriere di Bergamo, vittime di un atteggiamento che è all’ordine del giorno in diverse sale stampa del nostro calcio, e che troppo spesso passano sotto silenzio.
In questi anni, Gasperini ha fatto grandi cose con l’Atalanta, al di là dei risultati che possono esserci e non esserci: il suo straordinario lavoro sul campo resterà alla storia e non sarà mai messo in discussione. Ma il rispetto – quello sì – non può mai mancare. Né quando si è in vetta, né quando si rischia di scivolare giù.