Il Bayern arriva zoppicante alla sfida con l’Inter: tra cerotti e incognite, Kompany cerca risposte in un aprile da dentro o fuori
Il Bayern è in emergenza. E non nel senso “generico” del termine. Qui si parla proprio di cerotti ovunque, staff medico in apnea e notti insonni per Vincent Kompany. Perché quando si avvicina una doppia sfida europea, e dall’altra parte c’è l’Inter di Inzaghi che viaggia con l’autopilota, l’ultima cosa che si vorrebbe è vedere il proprio spogliatoio trasformarsi in una succursale dell’infermeria.
Non serve scomodare la sfortuna o i pianeti allineati male: la realtà è sotto gli occhi di tutti. E ha un nome preciso. Emergenza infortuni. Seria, ingombrante, continua. La squadra bavarese si sta preparando a un aprile che più fitto non si può, con un quarto di finale di Champions all’orizzonte e una Bundesliga che, nonostante tutto, non concede sconti. Ma il problema, oggi, è un altro: chi c’è per giocare davvero?
La lista (troppo lunga) degli assenti
Se fosse un bollettino di guerra, ci sarebbe da farsi il segno della croce. Si comincia da Neuer, che continua a fare i conti con i postumi dell’infortunio e difficilmente sarà tra i pali contro l’Inter. Poi ci sono Upamecano, Davies, Ito, Pavlovic, fino ad arrivare a Kingsley Coman, il solito talento fragile che brilla e si spegne con la stessa rapidità. Ultimo – e non per importanza – Jamal Musiala, fermato da uno strappo muscolare che lo terrà lontano dai campi per almeno due mesi.
Il Bayern si trova così in un momento in cui persino scegliere i titolari diventa una partita a scacchi. E non è che dalla panchina arrivino chissà quali garanzie: quando mancano i cardini, tutto il sistema scricchiola.
Non solo Musiala: e ora pure Kane e Goretzka…
Come se non bastasse, nelle ultime ore sono spuntati altri due nomi che fanno tremare Monaco: Harry Kane e Leon Goretzka. Il primo, uscito dalla sfida contro l’Augsburg con la caviglia fasciata, ha provato a gettare acqua sul fuoco: “Mi sono slogato la caviglia. Nulla di grave, è solo un po’ gonfia. Non sono preoccupato”, ha detto ai microfoni.
E va bene, la faccia serena ce l’ha messa. Ma il dubbio resta, e in certi casi una caviglia può diventare il confine tra un quarto di finale e un incubo sportivo.
Goretzka invece combatte da settimane con dolori alla schiena. Un fastidio di quelli subdoli, che non ti fermano del tutto ma ti tolgono brillantezza. A oggi, sembra orientato a stringere i denti. Ma si sa: in Europa, “stringere i denti” spesso non basta.
Kompany, tra dubbi e incastri
Vincent Kompany non lo dice, ma si vede lontano un chilometro: il momento è delicato. Non è semplice per un allenatore appena arrivato, alla prima grande stagione internazionale da tecnico del Bayern, dover gestire un simile corto circuito fisico. Perché non si tratta di una semplice rotazione o di un cambio modulo: qui siamo a livello di tappare i buchi con lo scotch, sperando che tenga.
L’Inter, dal canto suo, osserva. E sa che l’andata a San Siro potrebbe essere il momento perfetto per colpire. Ma attenzione: il Bayern, anche zoppicante, resta il Bayern. L’esperienza, la mentalità, il cinismo: sono armi che non spariscono da un giorno all’altro. Però è chiaro che le condizioni fisiche di Kane, Goretzka e compagni potrebbero fare tutta la differenza del mondo.
Per ora, Monaco vive tra flebo e valutazioni giornaliere. E forse, dietro le porte chiuse di Säbener Straße, si spera solo che la ruota cominci finalmente a girare.