Infortunio Dybala, l’ortopedico: “Ho un dubbio sull’operazione” – ESCLUSIVA

Il Professor Andrea Grasso, ortopedico e traumatologo, spiega cosa c’è dietro l’infortunio di Dybala. E solleva più di un dubbio sulla scelta dell’operazione

Paulo Dybala esce dal campo infortunato
Infortunio Dybala, l’ortopedico: “Ho un dubbio sull’operazione” (Foto: LaPresse) – serieanews.com

Le discussioni che si sono create attorno a Paulo Dybala in questi giorni sono di quelle che fanno rumore. L’ultimo comunicato ufficiale della Roma ha confermato quello che tutti temevano: lesione al tendine semitendinoso e operazione chirurgica in arrivo.

Una scelta che, nella mente dei tifosi, ha immediatamente acceso l’allarme: quanto starà fuori Dybala? Tornerà in tempo per il finale di stagione? E soprattutto… tornerà?

Ma c’è un altro aspetto che in pochi hanno sollevato finora. Davvero l’operazione era la strada più giusta? O si poteva tentare una via alternativa?

Per capirlo, abbiamo sentito il parere del Professor Andrea Grasso, medico chirurgo specialista in ortopedia e traumatologia e docente presso il Campus Biomedico di Roma. Non solo un luminare del settore, ma anche un grande appassionato di calcio. E le sue risposte non lasciano indifferenti.

Professore, che infortunio è stato quello di Dybala?

“Bisogna capire a che altezza c’è stata la lesione del tendine, se prossimale (quindi all’altezza del bacino) o distale (quindi all’altezza del ginocchio-tibia). A leggere il comunicato della Roma dovrebbe trattarsi della giunzione miotendinea, quindi il punto in cui il muscolo diventa tendine, e d’altra parte lui si toccava proprio in prossimità del ginocchio, almeno a giudicare dalle immagini viste in televisione”.

La Roma e il calciatore hanno optato per l’operazione. Le sembra la scelta più corretta?

“Non ho alcun dato per esprimere un opinione affidabile sul caso specifico. Possiamo parlare dell’approccio alle lesioni muscolari o muscolotendinee, senz’altro peggiori. Si è parlato di una lesione di grado 2, che comporta un allungamento del muscolo con una lacerazione delle fibra soltanto parziale, rispetto ad un grado 3 nel quale si verifica una rottura completa con interruzione delle fibre muscolari. In questi casi, nel grado 2, l’operazione difficilmente viene presa in considerazione, si tende a optare più per una terapia conservativa. Diverso invece il caso delle lesioni di grado 3, dove l’intervento chirurgico potrebbe essere indicato.

“Di solito non è un infortunio che prevede un’operazione”

Quindi, di solito, per un infortunio come quello capitato a Dybala non si ricorre all’operazione. Il parere del prof. Grasso sull’argomento è illuminante e lascia più di un dubbio sulla scelta operata dal calciatore e dalla Roma.

Paulo Dybala esce dal campo infortunato
Di solito quello di Dybala non è un infortunio che prevede un’operazione (LaPresse) – serieanews.com

“Ripeto che non conosco il caso specifico, ma senz’altro le lesioni muscolari di grado 2 generalmente si trattano senza intervento – spiega l’ortopedico – Ad esempio ricordo un episodio relativo a Francesco Totti di diversi anni fa: lì la lesione era prossimale all’inserzione ischiatica sul bacino, eppure si scelse comunque di effettuare soltanto la terapia conservativa senza passare per l’operazione. Chiaro che – ribadisco – c’è sempre da esaminare gli esami ed il singolo caso, cosa che io non ho fatto. Poi dipende anche dallo specialista che ti dà il consiglio”.

Lei, quindi, non lo avrebbe fatto operare?

“Se l’infortunio è una lesione tipo II, come riportato dai giornali, avrei probabilmente sconsigliato l’intervento chirurgico”.

La terapia conservativa avrebbe previsto un recupero più breve, giusto?

“Sì, qualora non vi sia l’operazione i tempi di recupero sono stimati di norma in 4-6 settimane, poi naturalmente dipende anche da ciò che sente il calciatore una volta rientrato in campo, se vuole rischiare o meno. Diciamo che saremmo arrivati verso il finale del campionato, alla penultima o alla terzultima giornata”.

Sono situazioni che dipendono molto anche dalla percezione fisica del calciatore?

“Senz’altro, spesso è la scelta del calciatore a fare la differenza sulla base della sua percezione personale. Sono diversi i casi di calciatori che, anche in caso di infortuni più lievi, decidono autonomamente di fermarsi, a volte anche in assenza di evidenze mediche. Ci sono calciatori che hanno più timore di peggiorare la situazione o una diversa percezione e resistenza al dolore, altri un po’ meno. In alcuni casi, appunto, pur trattandosi di infortuni lievi o addirittura di poco conto si tende a bloccarsi anche psicologicamente e a dare forfait”.

Pensa sia andata così anche per Dybala?

“Non conosco personalmente il calciatore né faccio parte dello staff medico della Roma, quindi non posso rispondere in tal senso”.

Lei è un appassionato e conosce bene il calcio. Secondo lei, la Roma dovrebbe trattenere Dybala anche il prossimo anno?

“Secondo me dipende dalle disponibilità economiche. Dybala è un calciatore di livello superiore e la sua presenza fa sempre la differenza, ma va da sé che in questo momento avere un calciatore con questa tendenza agli infortuni con un ingaggio del genere sia un lusso che solo chi ha le giuste disponibilità economiche può permettersi.

 

 La Roma dovrà valutare anche sulla base di questo aspetto se sia il caso tenere un campione come Dybala, con tutti i rischi che comporta. Senz’altro se la sua permanenza non va a limitare la capacità economica della Società a fare nuovi importanti acquisti, penso che avere un calciatore che fa la differenza anche per solo la metà delle partite sia una grande cosa”. 

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