Con Dybala la Roma accende la luce, senza di lui torna il buio. Ma fino a quando si può aspettare il suo ritorno? I numeri fanno riflettere
C’è una scena che chi segue la Roma conosce fin troppo bene. Paulo Dybala che si accascia a terra, lo sguardo abbassato, le mani sulle ginocchia. La paura negli occhi dei compagni, la consapevolezza che anche stavolta si ferma. E quando Dybala si ferma, la Roma si spegne.
Non è una metafora, è un dato di fatto. Perché quando Paulo Dybala è in campo, i giallorossi accendono la luce. Quando manca, spesso si brancola nel buio. Non è solo una sensazione da tifosi affranti, ma una statistica che, se guardata con attenzione, ha quasi dell’incredibile.
Ed eccoci qui. Di nuovo a parlare dell’ennesimo infortunio di Dybala: operazione, stagione finita, arrivederci all’anno prossimo. E il futuro? Quello resta un grosso punto interrogativo, nonostante il rinnovo da 8 milioni netti l’anno completato a gennaio.
Con Dybala la Roma vola: i numeri lo dimostrano
Paulo Dybala non è solo un numero dieci. È l’uomo che accende l’entusiasmo, il giocatore che quando prende palla fa alzare la gente dagli spalti. E non solo. Se ci seguite un attimo, tenendo sempre in considerazione che si parla di numeri e di statistica, quindi di “acrobazie” concettuali, ve lo dimostriamo pure.
Andiamo subito al sodo. Se si prendono in esame solo le partite di Serie A, i numeri parlano chiaro. Dal suo arrivo in giallorosso, Dybala ha avuto un impatto che definire decisivo è riduttivo.
📅 Primo anno:
25 partite con lui: 48 punti (media 1.92 a partita)
13 partite senza di lui: 17 punti (media 1.30)
📅 Secondo anno:
28 partite con lui: 50 punti (media 1.78)
10 partite senza di lui: 13 punti (media 1.30)
📅 Terzo anno (in corso):
24 partite con lui: 43 punti (media 1.79)
5 partite senza di lui: 10 punti (media 2.00)
In sostanza, con Dybala in campo la media punti è di 1.83, senza è di 1.43. E mancano al calcolo le 9 partite che mancano fino a fine stagione, che l’argentino puntualmente salterà. Una differenza di 0.40 punti a partita. Che tradotto su una stagione intera da 38 partite significa oltre 15 punti in più. Non bruscolini: parliamo di un margine che può valere la qualificazione in Champions League.
Anche Claudio Ranieri, attuale tecnico della Roma, lo ha detto più volte: “Paulo è un calciatore che fa la differenza, in allenamento e in partita. Quando sta bene, è un piacere allenarlo e vederlo giocare”.
L’altra faccia della medaglia: ci si può permettere questo Dybala?
L’altro lato della medaglia, però, è quello che fa male. Quando Paulo Dybala si ferma, la Roma perde punti e certezze. E il problema non è tanto l’assenza in sé, quanto la frequenza: Dybala è già a quota 13 stop fisici in due anni e mezzo. Salta quasi una partita su tre.
Ecco perché si apre il grande dubbio: può la Roma costruire il suo futuro attorno a un giocatore tanto importante quanto fragile? L’ingaggio da 8 milioni previsto nel rinnovo è di quelli pesanti. E c’è chi inizia a chiedersi se valga la pena investire così tanto su un calciatore che garantisce qualità ma non continuità.
Il dato che vi abbiamo proposto è sì matematico ma è anche interpretabile sia nel bene che nel male: a voler vedere il bicchiere mezzo pieno si può dire che la Roma non può fare a meno di un talento come la Joya, a vederlo mezzo vuoto si potrebbe obiettare che però non ci si può permettere di spendere 8 milioni per un talento così discontinuo. Sta alla percezione di ogni tifoso decidere quale lato vedere.
Cosa fare quindi? La Roma potrebbe anche scegliere di venderlo in estate, magari accettando una proposta da una big dell’Arabia Saudita (Al Hilal aveva già sondato il terreno), o puntare su un nuovo progetto, magari più solido e meno legato a un singolo fuoriclasse. Al contrario potrebbe pensare che Paulo, tirato a lucido dopo l’operazione, può essere un valore aggiunto e quindi merita di essere riconfermato.
Come finirà? Questo potrà dircelo solo il futuro, intanto i tifosi ora hanno la base per farsi un’idea. Mezzo pieno o mezzo vuoto: decidete voi!