C’è un finale inatteso che potrebbe cambiare la carriera di Gian Piero Gasperini. Qualcuno lo immagina alla Roma, ma la sua squadra ideale non se la aspetta nessuno. Forse neanche lui!
Vi siete mai chiesti cosa spinga un allenatore a restare dove si trova? Nonostante tutto, nonostante le delusioni, le incomprensioni e quella sensazione sottile che il meglio sia già passato.
È una domanda che aleggia da settimane attorno a Gian Piero Gasperini, proprio lui, l’architetto dell’Atalanta più bella e feroce degli ultimi decenni. Quella che ha sbriciolato certezze, quella che ha portato Bergamo sulle mappe del calcio europeo. Eppure oggi c’è un dubbio che assilla un po’ tutti: dove allenerà il Gasp il prossimo anno?
Da mesi si pensa che ormai è finita. Lo aveva detto lui stesso, con quella franchezza che a volte spiazza: “Il mio contratto scade nel 2026, e non andrò oltre. Prima o poi, tutto finisce”. Una dichiarazione che aveva spalancato il campo a mille voci. Juventus, Milan, qualche sirena estera. E soprattutto la Roma, della quale vi stiamo raccontando ormai da oltre un mese, prima che diventasse così di moda.
A maggior ragione la sensazione, dopo la sconfitta interna contro l’Inter, era che la storia con l’Atalanta fosse arrivata al capolinea. E invece, la realtà può essere molto meno scontata di quanto si creda.
Gasperini, l’interesse della Roma e il “like” di Ranieri
Come dicevamo, dell’interesse della Roma si sa da tempo nell’ambiente. Vi abbiamo raccontato a più riprese di questo feeling particolare con Ranieri, di una telefonata “esplorativa” ormai vecchia di un mese, del particolare “like” che l’allenatore testaccino riserva al suo collega piemontese. Non un like degli anni 2000 ma uno più da boomer, come si faceva quando Ranieri e Gasperini erano ragazzi. Sei forte, sei bravo, facciamo qualcosa insieme.
Gasperini piace alla Roma e piace anche ai Friedkin, e non è assolutamente un mistero. Ma ci sono due “ma”. Il primo è che non c’è, a oggi, nessuna offerta concreta per Gasperini. Solo sondaggi, qualche telefonata di cortesia, ma nulla di più.
E poi c’è il fatto che la concorrenza in casa giallorossa è di quelle importanti, con diversi nomi altisonanti che fanno concorrenza al Gasp. Su tutti quello di Carlo Ancelotti, il sogno che sbaraglierebbe qualsiasi altro candidato.
Perciò, se non la Roma quale sarebbe il futuro per Gasperini? Si è parlato di sondaggi da Ligue 1 e Arabia Saudita, ma onestamente non sembrano in target. Si è accennato al Bayer Leverkusen, ma la strada appare in salita. Qualche timido “forse” su Milan e Juventus ma anche lì ci sono candidati ben più accreditati.
E allora ecco riaffiorare un pensiero che fino a qualche settimana fa sembrava impossibile: restare un altro anno all’Atalanta. Fare insieme un’ultima corsa, un’ultima scalata. E chissà.
Gasperini e la last dance con l’Atalanta: rapporto coi Percassi da ricostruire
La proprietà Percassi le risorse da spendere ce le ha eccome. Potrebbe arrivare un budget importante dalle cessioni di giocatori come Ademola Lookman o Ederson, richiesti da mezza Premier League. E quei soldi potrebbero servire a costruire una rosa più ampia, in grado di reggere il doppio (o triplo) impegno senza crollare nei momenti decisivi, come accaduto quest’anno, motivo per il quale Gasp ha espresso pubblicamente la sua delusione.
Non è solo una suggestione romantica. Gasperini ha già dimostrato di saper trasformare un gruppo di ragazzi in una macchina da guerra. Lo ha fatto quando nessuno se lo aspettava, portando l’Atalanta a lottare stabilmente nelle prime posizioni di Serie A e a scrivere pagine indelebili in Champions League e a portarsi a casa la storica vittoria in Europa League.
Ora però vuole di più. La sensazione è che ormai l’idea di lasciare un segno tangibile in Italia, un segno chiamato scudetto, sia diventata una specie di ossessione. A 67 anni il tempo per farcela è sempre meno e forse ripartire da zero in una piazza complicata potrebbe essere più un passo indietro che un passo avanti. A quel punto meglio Bergamo, dove le basi sono già gettate e quest’anno ci si è andati parecchio vicini.
Resta però da appianare il rapporto con la famiglia Percassi, il vero ostacolo in questa possibile last dance. Vanno intanto chiarite le incomprensioni degli ultimi mesi, poi bisogna capire se le ambizioni coincidono. Ma in fondo, a pensarci bene, un ultimo anno insieme converrebbe ad entrambi visto che anche l’Atalanta alternative per il futuro non ne ha tantissime.
Gasperini è già una leggenda del club, mai arrivato così in alto. Ma sa che un’ultima vittoria, magari quel campionato che a Bergamo prima di lui sembrava impensabile, lo consacrerebbe per sempre nella storia del calcio italiano. In fondo, le storie migliori hanno sempre bisogno di un ultimo capitolo. E magari quello di Gasperini e dell’Atalanta deve ancora essere scritto.