Dybala si ferma e la Roma riflette: c’è un futuro insieme o è il momento di guardare oltre? Una storia che parte da lontano e arriva dritta all’estate che verrà
C’è un momento, nella vita di ogni storia d’amore, in cui le strade si dividono. Non sempre lo si capisce subito. A volte serve un segnale, un gesto, un’occasione. Nel caso di Paulo Dybala e della Roma, quel momento potrebbe essere arrivato. E non con un colpo di scena da film, ma con qualcosa di molto più banale: un infortunio.
La notizia è fresca di ieri. Dybala si opera, ha scelto di farlo per provare a tornare al meglio, forse anche per togliersi di dosso quella sensazione di fragilità che lo accompagna ormai da troppo tempo. Ma mentre lui si rimette in sesto, la Roma si interroga: ha ancora senso aspettarlo?
Già l’estate scorsa, il futuro della Joya in giallorosso era appeso a un filo. Lo chiamavano dall’Arabia Saudita, con un’offerta che avrebbe fatto vacillare chiunque. Alla fine lui ha detto no, ma la verità è che a Trigoria non avrebbero strappato i capelli se se ne fosse andato. Non per cattiveria o mancanza di riconoscenza, ma per pura logica.
Il progetto tattico stava cambiando. Con Matias Soulé in arrivo, l’idea era chiara: passare a un 4-3-3 vero, quello dei tre attaccanti larghi e veloci. Una soluzione che con Dybala in campo diventa un rebus, perché lui quel ruolo sull’esterno non lo può fare. Non più. Gli manca la gamba, la continuità, l’esplosività.
Risultato? Lui e Soulé si pestano i piedi, occupano le stesse zone, fanno lo stesso mestiere. E in campo si vede. Da lì, la sensazione di una squadra costruita con criteri opposti a quelli che servirebbero davvero. Un “peccato originale” costato anche la panchina a Daniele De Rossi, che la sua Roma l’aveva immaginata proprio così.
La Roma di quest’anno è sembrata spesso una creatura a metà. Tanti buoni giocatori, ma un’identità incerta. Con Dybala in mezzo, il gioco rallenta. Senza di lui, magari manca qualità, ma almeno l’idea è più chiara. È come avere un mobile di design bellissimo che però non sai dove mettere. Ti fa piacere averlo in casa, ma alla lunga capisci che non ti serve.
La Roma e il futuro di Dybala: l’erede può chiamarsi Chiesa
Il suo infortunio ha cristallizzato la situazione. Lui si ferma, si cura, mentre la Roma pensa a come muoversi. L’impressione è che, stavolta, si vada davvero verso una separazione. Nessuno lo dirà apertamente, almeno non ora. Ma tra qualche mese, magari già a giugno, l’addio potrebbe essere consumato senza troppi drammi.
E allora, chi al posto di Dybala? Il nome caldo è lo stesso dell’anno scorso: Federico Chiesa. La Juve l’ha sbolognato, lui alla fine ha scelto il Liverpool, ma lì non ha mai trovato spazio. In un sistema che funziona anche senza di lui, si è trasformato in una comparsa. E adesso si parla già di addio.
Il Como lo sogna, ma la Roma ci pensa. Chiesa-Soulé, due esterni veri per un tridente che funzioni. Magari con un centravanti di ruolo, magari con una Roma che finalmente ha una direzione precisa.
Non c’è ancora un allenatore certo per la prossima stagione, ma l’impressione è che si punterà su un’idea chiara: tridente, corsa, ampiezza, aggressività. Tutte cose che Dybala fatica a garantire.
E allora? Dybala lascia davvero la Roma? Forse sì. Ma non sarebbe una tragedia, anzi. Sarebbe l’occasione per lui di ripartire, magari all’estero, magari in un campionato meno logorante dove chiudere serenamente la carriera. E per la Roma, di chiudere un ciclo con gratitudine, ma senza rimpianti. A patto che ci sia chiarezza.
D’altronde, ogni storia d’amore ha la sua fine. A volte è triste, altre volte è solo il momento giusto. Forse, questo è proprio uno di quei casi.