Un cambio di modulo, una scelta coraggiosa e un giocatore che finalmente trova la sua dimensione. Ma la storia potrebbe avere un finale diverso… per la gioia dell’Inter
C’è sempre un momento in cui anche i più testardi decidono di cambiare idea. Per Luciano Spalletti è arrivato a 65 anni. Lui, che ha passato la vita ad armeggiare sulla difesa a quattro come un artigiano del pallone, adesso si ritrova al comando di un’Italia che va veloce grazie a un versatile 3-5-2.
Una mutazione quasi filosofica, roba che uno se lo immagina a Coverciano davanti alla lavagna, a fissare i numeretti mentre si domanda: “Ma se lo fanno tutti, perché non io?”.
Eppure è andata proprio così. Il commissario tecnico ha messo da parte l’orgoglio, ha ascoltato il gruppo e ha capito che i suoi ragazzi, con questa difesa a tre, si sentono a casa. Da quel momento le cose sono cambiate. I risultati si vedono, ma soprattutto si sente un’aria diversa. Come se avessero finalmente trovato la chiave per sbloccare una porta rimasta chiusa troppo a lungo.
Ma la svolta più interessante non è tattica. È umana. Si chiama Giacomo Raspadori. Un ragazzo che a Napoli sembrava aver perso la bussola e che invece si è ritrovato grazie ad un’intuizione di Antonio Conte e in Nazionale è diventato il protagonista che Spalletti cercava.
Conte prima lo ha messo da parte, poi lo ha messo nelle condizioni migliori per fare bene. Non da prima punta, troppo sacrificato. Non da esterno, ruolo in cui si perde come un bimbo in un centro commerciale. L’allenatore del Napoli gli ha dato finalmente il suo posto: seconda punta, alle spalle di un attaccante di peso, proprio come fa Lautaro Martinez all’Inter.
E qui viene il bello. Perché Raspadori, con questa nuova veste, si è acceso. Tre gol in cinque partite, una confidenza ritrovata col pallone e con se stesso. Conte, che a Napoli ha rispolverato il 3-5-2 quasi per necessità più che per convinzione, si gode i frutti. Anche se – va detto – Jack resta un’alternativa. Un piano B, pronto a lasciare di nuovo il posto a David Neres appena il brasiliano sarà abile e arruolato.
Frattesi per Raspadori: che idea lo scambio con l’Inter
Ed è qui che entra in scena l’Inter. Perché Simone Inzaghi non è cieco. Raspadori, in questo ruolo, sarebbe il vice di lusso di Lautaro. O magari, perché no, un partner in crime perfetto. Uno che può svariare, inventare, e mettere il Toro nelle condizioni migliori per colpire.
L’idea l’avevamo lanciata già a dicembre perché il Napoli stava valutando una sua cessione e ora, con la fine del campionato, potrebbe anche sedersi al tavolo. Anche perché Raspadori sa che il ritorno al vecchio sistema potrebbe riportarlo ai margini, e una cessione non è più un’eresia.
Il prezzo? Difficile scendere sotto i 30 milioni di euro. Ma la chiave potrebbe chiamarsi Davide Frattesi. Giocatore graditissimo alla Roma e al Napoli, che già a gennaio aveva provato a strapparlo all’Inter senza successo. Uno scambio, magari con un mini-conguaglio a favore dell’Inter, potrebbe essere la formula giusta per chiudere il cerchio.
Spalletti intanto si tiene stretto il suo nuovo Lautaro, ma sa che a giugno le cose possono cambiare. Conte potrebbe perdere un jolly prezioso, ma guadagnare un centrocampista che gli serve come il pane. E Inzaghi? Potrebbe ritrovarsi con una coppia d’attacco tutta sudamericana… o quasi.