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Serie A

Allarme Gimenez, è accaduto identico al Feyenoord: che succede?

Sta vivendo il momento più delicato da quando è arrivato in Italia: un periodo così a Santiago Gimenez era accaduto solo un’altra volta. Analizziamo bene il suo momento per capirci qualcosa in più

Allarme Gimenez, era accaduto solo un’altra volta prima: che succede? (LaPresse) – serieanews.com

A San Siro, il Milan ha fatto il suo dovere. Vittoria per 2-1 contro un Como come sempre spumeggiante ma mai troppo concreto. Rimonta completata, qualche applauso dal pubblico e la classifica che si muove nella direzione giusta. Ma mentre il coro della Curva Sud spingeva forte, c’era un’assenza che si è fatta sentire. Non in campo, ma sul tabellino dei marcatori. Ancora una volta.

Santiago Gimenez, numero 7 sulle spalle, era in campo. Ha lottato, si è mosso molto, ha anche provato a farsi vedere, ma il pallone non è mai finito dove tutti si aspettano: in rete. Quinta partita di fila senza gol. E per un attaccante arrivato con le etichette di “bomber” e “uomo dei gol pesanti”, è un dato che fa riflettere.

Se avessimo fotografato i primi quindici giorni di Gimenez al Milan, avremmo pensato di essere già di fronte al nuovo idolo di San Siro. Gol all’esordio, altra rete subito dopo, il marchio anche in Champions League. Insomma, era partito a razzo. Poi, come se qualcuno avesse tirato il freno a mano, tutto si è fermato.

In queste ultime gare, Gimenez non è semplicemente rimasto senza segnare: ha toccato pochi palloni utili, è stato servito male e, a tratti, è sembrato avulso dal gioco. Non è un problema di atteggiamento – perché l’impegno non è mai mancato – ma di connessione con una squadra che, al momento, fatica a costruire per lui.

Gimenez e il precedente al Feyenoord: da lì non si è più fermato

Non è la prima volta che gli accade, e forse è un buon segno. Chi ha seguito la carriera di Santiago Gimenez sa che questo non è il primo momento difficile. C’è stato un precedente, ed è utile ricordarlo.

Gimenez e il precedente al Feyenoord: da lì non si è più fermato (AnsaFoto) – serieanews.com

Al Feyenoord è arrivato nel 2022, aveva solo 21 anni. Stessa dinamica anche in Olanda: due gol iniziali, poi una lunga astinenza che durò ben 9 partite. Gare nelle quali, va precisato, Santi giocava degli spezzoni di partita, 20-30 minuti al massimo. Poi il gol al Groningen e un tappo che salta. Da lì non si è fermato (quasi) più: c’è stato un altro breve stop un annetto fa, ma per il resto Gimenez ha sempre saputo segnare con una regolarità impressionante.

Solo che qui non siamo più a Rotterdam. Questa è Milano, questa è Serie A. E chiunque mastichi un po’ di calcio sa che fare gol qui è un mestiere molto più duro. Il Milan di Conceiçao sta ancora cercando l’equilibrio, chissà se lo troverà mai. E un attaccante come Gimenez, che non è un solista ma uno che vive di squadra, fatica se attorno a lui il gioco non scorre fluido.

Lui non è il tipo da prendersi la palla e inventarsi un gol dal nulla. Gli serve che i compagni lo mettano in moto, con tempi e spazi giusti. E al momento questo non sta succedendo abbastanza. Al momento lui è inamovibile, anzi probabilmente il prossimo anno gli servirà anche un po’ di concorrenza per tenerlo di più sulla corda, ma ora c’è solo da aspettare che si sblocchi. Magari senza fermarsi più.

Il vero tema adesso è semplice: serve pazienza. Ha 23 anni, è arrivato da pochi mesi, sta imparando a conoscere un campionato spietato. Ma il Milan lo ha scelto, lo ha voluto, ci ha investito ben 35 milioni, anzi qualcosa in più. E ora deve metterlo nelle condizioni di fare ciò che sa fare meglio.

Perché Santiago Gimenez, quando entra in fiducia, diventa un problema serio per qualsiasi difesa. L’ha dimostrato in passato e potrebbe farlo di nuovo. La domanda è: quanto tempo serve ancora? E soprattutto, il Milan è disposto ad aspettare senza farsi prendere dalla frenesia? Il Milan può ancora costruire attorno a lui. Ma deve farlo adesso. Prima che il dubbio si trasformi in incertezza e prima che il ragazzo smetta di sentirsi al centro del progetto.

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