Sta guidando il suo progetto oltre ogni pronostico, dimostrando di saper reinventare se stesso e la squadra. E ora il suo nome comincia a girare per il dopo Gasperini
Esiste un vecchio detto che suona più o meno così: quando il mare è calmo, tutti sono bravi marinai. Vale anche per gli allenatori. È quando la barca imbarca acqua e il vento soffia forte che si capisce davvero chi sa stare al timone.
Poi c’è un momento in cui il vento cambia. Non sai bene quando accade, ma te ne accorgi. È quel momento in cui smetti di chiederti “quanto può reggere ancora?” e inizi a pensare “ma questo dove può arrivare?”. Ecco, guardando il Torino di Paolo Vanoli, quella sensazione è arrivata da un po’.
Siamo partiti tutti un po’ scettici, diciamolo. Un allenatore esordiente in Serie A, con un curriculum fatto più di battaglie in piazze calde che di palcoscenici luminosi. Un progetto basato sulla forza di Duván Zapata, un gigante spesso fragile che sembrava più un azzardo che una certezza. Eppure, dopo le prime giornate, il Toro volava alto. Talmente alto che, per qualche settimana, si è anche preso il lusso di guardare tutti dall’alto della classifica.
Poi il risveglio. E di quelli bruschi. Zapata fuori gioco per infortunio, stagione finita. Un colpo durissimo per chiunque, figuriamoci per chi ha costruito il gioco attorno a lui. E lì, invece di sbracare, Vanoli ha tirato fuori il meglio di sé.
Paolo Vanoli e il Torino che non ti aspetti con Casadei e Elmas
Eravamo a metà ottobre, al mercato di gennaio mancavano ancora un paio di mesi e per il Toro il colpo è stato durissimo. Sconfitte in serie, la panchina di Vanoli che a un certo punto inizia a traballare, e quella sensazione che il primo gennaio i granata avrebbero già avuto un altro 9 per poter ripartire. Speranza vana, come spesso accade con Urbano Cairo.
Alla fine la punta promessa non è mai più arrivata, e qualcuno storceva il naso: serviva un attaccante, e invece sono arrivati Cesare Casadei ed Elif Elmas. Scelte controcorrente, ma che si sono rivelate geniali. Vanoli ha rimodellato il suo Torino, passando da un 3-5-2 ormai scolpito a un 4-2-3-1 più dinamico. E ha trasformato due mezzali in leader tecnici della squadra.
Casadei in poche settimane si è preso la mediana con un’autorità che in Inghilterra non avevano mai visto, Elmas ha rispolverato la versione brillante che si era intravista ai tempi del Napoli. Il resto lo hanno fatto gli altri ragazzi terribili di Vanoli: Ricci, Lazaro, Che Adams, e la solita difesa che in casa granata non manca mai.
Qui viene il bello. Perché una squadra che sembrava destinata a vivacchiare a metà classifica oggi sogna l’Europa. Non sarà facile, ma non è più solo un miraggio. E se c’è qualcuno che ha il merito di questa trasformazione, è Paolo Vanoli.
Vanoli è l’uomo giusto per l’Atalanta
Per questo motivo, il suo nome sta iniziando a circolare con insistenza dalle parti di Bergamo. L’Atalanta si prepara a voltare pagina dopo l’era Gasperini e serve qualcuno che raccolga un’eredità pesante. Non uno qualunque. Qualcuno che sappia lavorare con le risorse di Zingonia, che abbia il coraggio di lanciare i giovani e la forza di reggere le aspettative di un ambiente che ormai si è abituato a guardare l’Europa da vicino, con tutte le difficoltà del caso.
Vanoli ha dimostrato di avere tutte queste qualità. Non solo per come ha trasformato il suo Torino, ma per come ha gestito le difficoltà senza perdere mai la bussola. Zapata era diventato un trascinatore, il Torino era primo in classifica, poi la caduta. Ma lui è rimasto lì, saldo, reinventando gioco, uomini e spirito.
Gasperini ha costruito un’identità forte: pressing alto, intensità, qualità negli inserimenti. Vanoli ha un suo stile, più pratico e attento alla solidità, ma ha già mostrato la capacità di adattarsi. E a Bergamo, potrebbe essere proprio questo il segreto: continuare a vincere senza dover per forza scimmiottare chi c’era prima.
In fondo, chi meglio di lui può guidare una squadra che ha fatto della resilienza il suo marchio di fabbrica? E chissà che non sia proprio lui l’uomo giusto per lanciare la Dea verso una nuova stagione di sorprese.