Infortunio Rrahmani, cos’è accaduto al centrale kosovaro. E c’è una indicazione che arriva da Antonio Conte
Cosa succede quando si spezza l’unico equilibrio che sembrava inattaccabile? Te lo chiedi quando vedi Antonio Conte fissare il campo con quello sguardo che non promette niente di buono. La partita con il Venezia sembrava avviata verso un finale tutto sommato tranquillo, poi, a dieci minuti dalla fine, ecco la scena che nessuno avrebbe voluto vedere: Amir Rrahmani si ferma, si tocca la gamba e chiede il cambio.
Non serve essere dei medici per capire che c’è qualcosa che non va. E non serve essere Conte per sapere che un problema a Rrahmani è più di un semplice intoppo. È una grana grossa, perché il centrale kosovaro è il punto fermo del reparto difensivo del Napoli. Non il più appariscente, magari, ma quello che tiene insieme i pezzi, che garantisce quell’equilibrio che Conte predica ogni giorno a Castel Volturno.
Nella conferenza stampa post gara, il tecnico azzurro Antonio Conte ha parlato di contrattura e di calciatore da valutare nei prossimi giorni. possibile che, considerata la sosta, possa recuperare ed essere in campo contro il Milan. Di sicuro dovrebbe saltare la Nazionale e lavorare a Castel Volturno per recuperare.
Perché l’infortunio di Rrahmani complica tutto?
Non è solo questione di esperienza o di leadership, che pure non mancano. Il fatto è che Rrahmani è l’unico centrale destro di ruolo su cui Conte abbia davvero fiducia. E si è visto. Quando si è fatto male Buongiorno, Conte si è affidato a Juan Jesus, che ha fatto il suo senza troppi fronzoli. Ma con Rrahmani fuori, la faccenda è diversa.
Ci sarebbe Rafa Marin, sulla carta il sostituto designato. Peccato che “sulla carta” non conti nulla quando in panchina hai uno come Conte. E infatti, neanche stavolta il tecnico leccese si è voltato verso lo spagnolo. Nemmeno per gli ultimi dieci minuti. Ha scelto di mandare dentro Juan Jesus, accoppiandolo a Buongiorno e creando una coppia centrale tutta mancina. Una scelta che va contro le sue abitudini, contro la sua ortodossia tattica. Ma tant’è.
Rafa Marin: promessa o comparsa?
Qui viene il bello, o il brutto, dipende dai punti di vista. Il fatto che Rafa Marin sia rimasto a guardare, anche in un momento d’emergenza, è un messaggio chiarissimo. Conte non lo vede, non si fida. E se non si fida adesso, con Rrahmani ko e una difesa da rattoppare, quando mai si fiderà?
A gennaio, il Napoli avrebbe potuto intervenire sul mercato per prendere un centrale di piede destro. Non lo ha fatto. Ha preferito tenere Marin in rosa, ma solo per riempire un posto. Un errore di programmazione? Con il senno di poi, sì. Ma Conte lo diceva già allora, e i fatti sembrano dargli ragione.
Cosa rischia davvero il Napoli?
Se l’infortunio di Rrahmani dovesse essere serio (gli esami sono attesi nelle prossime ore), il Napoli si troverebbe senza il suo leader difensivo nel momento più delicato della stagione. Le prossime partite saranno toste, e affrontarle con due centrali mancini non è esattamente l’ideale, soprattutto per uno come Conte, che costruisce le sue squadre partendo dai dettagli.
Il rischio è che la solidità difensiva, costruita mattone dopo mattone, venga meno. E in un Napoli che ha ritrovato certezze proprio grazie alla compattezza, perdere il punto di riferimento là dietro potrebbe significare tanto.
Conte e quella preghiera che sa di disperazione
A questo punto, c’è da sperare. Perché Conte, uomo di campo e di certezze, in questo momento può solo incrociare le dita. E forse pregare. Che gli esami di Rrahmani raccontino una storia diversa da quella che si teme. Perché altrimenti, la soluzione diventa un salto nel vuoto.
Juan Jesus può adattarsi, sì, ma non è pensato per reggere quel tipo di pressione da titolare fisso in un ruolo non suo. E Rafa Marin, al momento, resta più una scommessa non giocata che una risorsa.
E ora? Domanda legittima. Che si risolverà nei prossimi giorni, quando si saprà qualcosa in più sull’infortunio. Intanto, una certezza ce l’abbiamo già: senza Rrahmani, questo Napoli è costretto a camminare su un filo. E il margine d’errore si fa sottilissimo. E voi, al posto di Conte, su chi puntereste per tenere in piedi la baracca?