C’è chi era leggenda e ora arranca. Tre nomi illustri finiscono nella Flop Parade di Camelio: scopri chi e perché sono diventati il bersaglio di questa settimana
Nel calcio, come nella vita, c’è chi parte in quarta e poi si pianta al primo rettilineo. O chi ha vissuto di gloria e adesso si ritrova a navigare a vista, sperando che basti il nome a mascherare le difficoltà.
Peccato che il campo, a differenza di Instagram, non conosce filtri: lì tutto è reale. Ed è proprio su quel prato verde che questa settimana tre personaggi si sono guadagnati il loro posto nella Flop Parade firmata Enrico Camelio.
Tre storie diverse, tre volti noti che, per motivi differenti, stanno vivendo una fase di appannamento. E allora, taccuino alla mano, ecco i flop scelti da Camelio. Avvisiamo i lettori più sensibili: non ci sono sconti.
1) Thiago Motta: il manuale delle scuse vol. 2
Quando Thiago Motta è sbarcato alla Juventus, si è presentato con il piglio del professore pronto a spiegare il calcio al mondo intero. E noi, affascinati, gli abbiamo anche creduto. Peccato che, dopo poche settimane, il suo atteggiamento sia già cambiato. E non in meglio.
Le prime difficoltà? Tutta colpa del calendario fitto. Gli infortuni? Sfortuna. La rosa? Non abbastanza completa. Insomma, un classico déjà-vu per chi si ricorda come Massimiliano Allegri, l’uomo che lo guarda da lontano, avesse riempito le conferenze stampa di giustificazioni più che di analisi tecniche. Il famoso “Manuale delle scuse” di cui Allegri è stato primo inventore.
Un consiglio, Thiago: se vuoi evitare lo stesso destino di Max, è il momento di fare meno filosofia e più risultati. Perché la Juve non è un’aula universitaria, è un’arena dove conta vincere.
2) Alessandro Nesta: il mito che si è fermato al Monza
Alessandro Nesta è stato uno dei difensori più forti della storia del calcio italiano. Alzi la mano chi non ha mai visto una sua scivolata perfetta o un anticipo pulito che strappava l’applauso anche agli avversari. Ma oggi, seduto sulla panchina del Monza, quel carisma e quella solidità sembrano un lontano ricordo.
Il Monza di Nesta è una squadra senza identità, che fatica a trovare ritmo e, soprattutto, risultati. C’è chi dice che sia colpa della rosa non eccelsa. Vero, ma c’è anche chi pensa che lui ci metta del suo, come abbiamo già detto. Le scelte tattiche sono discutibili, i cambi tardivi e l’atteggiamento in panchina trasmette la stessa energia di un lunedì mattina d’inverno.
Forse è il momento di prendere un volo per Miami, raggiungere l’amico Bobo Vieri e godersi la vita con un cocktail in mano. Perché allenare, caro Sandro, sembra non fare per te.
3) Marco Baroni: il maestro del lento… ma non quello romantico
La Lazio targata Marco Baroni sembra aver dimenticato l’importanza della velocità. E non parliamo solo di corsa o ripartenze. Parliamo di mentalità. Contro l’Udinese, che non è certo quella dei tempi di Zico, la squadra biancoceleste è apparsa lenta, prevedibile, a tratti soporifera.
E lui? Baroni, anziché dare una scossa, in conferenza stampa continua a mantenere un tono monocorde che ricorda i messaggi preregistrati delle linee telefoniche. Il problema è che la Lazio avrebbe bisogno di ben altro per risalire, anche oltre il mercato e gli acquisti.
Il calcio è ritmo, intensità, cambio di passo. Qui invece si balla un lento noioso, senza nemmeno un accenno di romanticismo. Mister, forse è il caso di mettere un po’ di rock in quella playlist prepartita.
Tre storie, tre cadute di stile, tre uomini che hanno bisogno di rimettersi in piedi. Il calcio sa essere crudele, ma offre sempre un’occasione di riscatto. La domanda è: la coglieranno?
Nel frattempo, la nostra Flop Parade è qui, pronta ad aggiornarsi settimana dopo settimana. Perché se la gloria dura un attimo, la memoria (e Camelio) non dimenticano.
E voi? Chi avreste messo nella classifica dei flop di questa settimana?