Un bivio clamoroso si apre davanti alla Juventus. Due allenatori agli antipodi, ma sarà una figura in società a indirizzare la scelta. Ecco cosa sta succedendo
Avete presente quando si arriva a un punto in cui bisogna prendere una decisione e tutto si ferma, in attesa? Ecco, la Juventus è lì. Ferma. Col motore acceso ma con il freno a mano tirato. Aspetta solo che qualcuno dica: andiamo di là. Oppure: no, meglio di qua.
Il problema è che, questa volta, non si tratta solo di scegliere il prossimo allenatore della Juve. Qui si parla del futuro stesso della società.
Di una strada che può portare alla restaurazione, con Antonio Conte di nuovo in panchina e un progetto costruito sulla solidità, sull’identità, sulla fame. Oppure di un’altra via, più ambiziosa ma anche più rischiosa, dove a guidare il gruppo sarebbe uno come Roberto De Zerbi, il profeta del bel gioco, delle idee coraggiose e dei progetti a lungo termine.
Partiamo da lui. Thiago Motta. Sembra passato un secolo da quando era stato scelto per rifondare la Juventus. Cristiano Giuntoli lo aveva voluto fortemente, immaginando un percorso simile a quello visto con il suo Napoli dei miracoli. Un tecnico giovane, idee chiare, una squadra che cresceva mentre vinceva. Ma qui non è andata così.
L’eliminazione in Champions League per mano del PSV, una squadra che poi è stata bullizzata dall’Arsenal. L’uscita shock dalla Coppa Italia contro un Empoli che lotta per non retrocedere. E quel 4-0 subito dall’Atalanta allo Stadium, una batosta che resterà scritta nei libri di storia bianconera.
Non è un’esagerazione: mai la Juve aveva subito una sconfitta del genere in casa, neanche nei tempi più bui. Tutto per mano di Gian Piero Gasperini, una sorta di “terza via” che intriga almeno quanto le altre. Ma lo scontro Conte-De Zerbi è più “filosofico”: parliamo di “un” Conte o “un” De Zerbi, due tipologie di allenatori praticamente antitetici fra loro che rappresentano due strade molto diverse da intraprendere.
Oggi, difendere Thiago Motta è diventato praticamente impossibile. Persino i tifosi più ottimisti si sono rassegnati, e la stampa ha già iniziato a scrivere il suo epitaffio tecnico.
Conte o De Zerbi? Dipende da chi decide…
A questo punto, però, si guarda avanti. E le due opzioni principali sono chiare. Da una parte c’è Antonio Conte, che conosce l’ambiente, sa come si vince alla Juve e garantirebbe un’immediata inversione di tendenza. Di sicuro, chi lo prende sa già cosa aspettarsi: disciplina, lavoro, risultato. E qualche sbuffo in conferenza stampa.
Dall’altra c’è Roberto De Zerbi, che sta facendo volare anche il Marsiglia e si è guadagnato stima in tutta Europa per il suo calcio propositivo. Scegliere De Zerbi vorrebbe dire accettare un percorso più lungo, magari meno sicuro, ma che potrebbe portare la Juve a essere di nuovo non solo vincente, ma anche bella da vedere.
La chiave di tutto resta Cristiano Giuntoli. La stagione in corso ha lasciato più di qualche macchia anche sulla sua gestione. Alcuni acquisti si sono rivelati dei flop clamorosi, e il progetto Motta, che doveva rappresentare il futuro, si è sciolto come neve al sole.
Il punto è che il futuro di Giuntoli è tutt’altro che certo. Elkann si trova davanti a un bivio. Tenere Giuntoli significherebbe dargli una nuova possibilità, magari con un allenatore che rispecchia la sua idea di calcio, come De Zerbi.
Ma se dovesse decidere di cambiare anche la direzione sportiva, allora Conte diventerebbe automaticamente il profilo perfetto per avviare una rifondazione vecchio stile. Una sorta di “ritorno all’ordine”, partendo da figure conosciute e affidabili.
Il finale di stagione sarà decisivo. La Juventus ha bisogno, almeno, di centrare un posto in Champions. Poi si potrà voltare pagina. Ma la sensazione è che la decisione cruciale non sarà tanto su Conte o De Zerbi, ma su chi guiderà l’area sportiva.