All’Inter manca un vero vice Barella. Ecco perché la dirigenza sta puntando su un centrocampista che potrebbe essere la mossa giusta per il futuro
Provate a pensarci un attimo. Nell’Inter di oggi puoi concederti il lusso di far riposare praticamente chiunque. Calhanoglu? C’è Asllani che, nel suo, se la cava. Thuram e Lautaro? Ok, qualche storcere di naso, ma tra Taremi e Arnautovic ti inventi qualcosa. Pavard? Ci sono Darmian e Bisseck.
Ma Nicolò Barella, no. Non c’è un vero piano B per il numero 23. E non è solo una sensazione: è un dato di fatto. Il sardo è quello che tiene insieme i pezzi. Corre, contrasta, si inserisce, guida, rincorre l’avversario e dà respiro ai compagni. È sempre lì. Presente, pure troppo, perché a un certo punto anche i polmoni di Barella avranno bisogno di riposo. E invece niente, sempre titolare. Perché l’alternativa, banalmente, non esiste.
All’inizio si pensava che potesse essere Davide Frattesi il suo alter ego. Logico, no? Giovane, italiano, mezzala dinamica. Eppure no, perché Frattesi è un altro film. Un giocatore che ti spacca le partite quando gli dici: “Vai, buttati negli spazi”. Non gli chiedi di accorciare su un regista avversario o di gestire il pressing alto. Non fa la mezzala tuttofare, fa l’incursore, che è diverso.
Lo stesso Simone Inzaghi, che non è esattamente l’ultimo arrivato, l’ha capito presto. Frattesi può giocare con Barella, non al posto suo. Col Feyenoord questo avvicendamento c’è stato ma perché di fatto la qualificazione era già acquisita. In partite importanti, potete star certi, questo cambio Inzaghi non lo farà così a cuor leggero.
E allora la domanda torna lì: quando Barella non c’è, chi può davvero prendersi quella maglia ?
Il profilo giusto arriva da Genova: Inter, piace Frendrup
In un mercato in cui il talento costa e le scommesse pure, l’Inter guarda con attenzione a quello che succede al Genoa. Morten Frendrup, danese classe 2001, ha messo insieme una stagione da applausi, confermando quanto di buono aveva fatto vedere l’anno scorso. Non un caso isolato, ma un percorso solido, in crescita costante.
Chi lo ha visto giocare sa che tipo di giocatore è. Non è un regista e non è un fantasista. È un equilibratore. Copre il campo come pochi, ha tempi di inserimento (non da Frattesi, in questo l’italiano è superiore) e soprattutto ha quella fame di chi non molla mai un pallone.
Al Genoa gli hanno pure chiesto di fare l’esterno, e lui si è messo lì, a spingere come un motorino. Qualche volta, alla bisogna, l’hanno provato terzino. Ha fatto il suo, manco fosse il suo ruolo da una vita.
Ecco perché intriga così tanto: perché Frendrup potrebbe essere il vice Barella che l’Inter non ha mai avuto. Uno che, se metti dentro quando il capitano esce, non ti fa cambiare modo di giocare.
Il problema, manco a dirlo, è il costo. Il Genoa non vorrebbe fare sconti: si parte da 25 milioni di euro. Una cifra che non è fuori mercato, ma nemmeno una passeggiata per le casse di viale della Liberazione. Ecco perché in sede si ragiona su qualche contropartita tecnica.
L’altro ostacolo? La concorrenza. Perché Frendrup piace anche all’estero. Dalla Premier League si sono già mossi in due o tre, e in Bundesliga non stanno a guardare. Se l’Inter vuole davvero affondare il colpo, dovrà muoversi in fretta. E probabilmente qualche cessione servirà: Frattesi? Chissà. Se arrivano offerte da 40 milioni, qualcosa potrebbe succedere.
Adesso la palla passa a Marotta e Ausilio. L’idea c’è, il progetto pure. Tocca capire se la prossima maglia di Frendrup sarà nerazzurra. E magari qualcuno, la prossima volta che Barella avrà bisogno di respirare, potrà anche stare tranquillo. O quasi.