Mourinho è tornato a parlare dopo il caso razzismo che lo ha visto coinvolto come protagonista: le dichiarazioni hanno fatto discutere
Mai banale, come tutto quello che ha fatto in carriera. José Mourinho è tornato a parlare dopo la squalifica ricevuta per le accuse di razzismo che lo hanno visto come protagonista. Il tecnico avrebbe esagerato nel corso del derby di Istanbul contro il Galatasaray, pareggiato in trasferta per 0-0. Un tema molto delicato, che ha colpito l’allenatore, allontanato dai campi per 4 partite in un primo momento.
Lo Special One ha voluto rilasciare un’intervista ai colleghi di Sky Sport News, per rispondere delle accuse. Come sempre, non ha usato parole dolci, ma è andato subito al punto. Ricevere accuse di razzismo è una macchia difficile da togliersi, ecco perché il portoghese ha voluto fare chiarezza, sottolineando il suo sdegno nel sentire certe affermazioni che avrebbe lui stesso pronunciato.
Mourinho e la squalifica per razzismo: le parole al veleno
“Non conoscevano il mio passato e non sono stati intelligenti nel modo in cui mi hanno attaccato”. Esordisce così Mourinho, provato dalle accuse di razzismo subite negli scorsi giorni. Nel corso dell’intervista, ha subito fatto riferimento ai suoi legami con l’Africa: “Non conoscono i miei legami con la gente africana, con i giocatori africani e con le associazioni benefiche africane. Tutti sanno chi sono come persona. Tutti conoscono i miei difetti, ma questo non lo è. Anzi, è esattamente il contrario”.

Non accetta repliche su un tema come questo e lancia accuse pesanti: “Mi sono chiesto come hanno potuto scendere così in basso. Nel giorno in cui è stata decisa la mia squalifica per quattro partite è diventato di dominio pubblico il fatto che il capo della Commissione Disciplinare stesse festeggiando tra amici con una maglia del Galatasaray addosso. Dopo dieci ore la mia squalifica è passata da quattro a due giornate. Solo così si può comprendere la portata della cosa”.
Mourinho, che si è costruito una reputazione da grande in carriera, ha ricevuto anche un grande sostegno: “Anche da persone a cui non piaccio. Ringrazio chi non ha avuto problemi a parlare, in particolare i miei ragazzi, i miei ex giocatori. Sono stati una voce molto importante”.
Al fianco del portoghese si sono schierati anche suoi ex giocatori del calibro di Didier Drogba e Michael Essien, che hanno utilizzato i loro account personali sui social per lanciare messaggi di supporto a loro ex allenatore. Intanto, alle 18:45 di oggi, il Fenerbahce sfiderà in casa i Rangers nell’andata degli ottavi di finale di Europa League, proprio senza Mou. Chi passerà nella doppia sfida, affronterà la vincente tra Roma e Athletic Bilbao. Un possibile incrocio tra lo Special One e il suo passato giallorosso.