Lukaku non segna ed il Napoli gioca in 10 senza di lui: una tesi che è erronea, ecco perché
Romelu Lukaku è stato il grande colpo (non l’unico, visti gli arrivi di Buongiorno e McTominay) dell’estate del Napoli. L’attaccante belga è stato fortemente voluto da Antonio Conte che, nel momento in cui è stato informato delle volontà di Victor Osimhen nel proseguire la sua carriera altrove, non ha avuto alcun dubbio per la sua sostituzione.
Il tecnico salentino ha indicato un nome soltanto, quello del centravanti belga allenato sia a Londra con il Chelsea che con l’Inter. Manco a dirlo, in entrambi i casi arrivò la conquista del titolo nazionale, una sorta di abitudine per Conte. In entrambe le occasioni Conte ha saputo apprezzare le doti del bomber belga, non solo come finalizzatore. E di rimando il centravanti si getterebbe nel fuoco per l’allenatore.
Logico immaginare come non potesse esservi altro epilogo. Il ds Manna ha lavorato per tutta l’estate al grande colpo e solo nei giorni finali di agosto è riuscito a chiudere l’operazione con il Chelsea grazie anche alla ferrea volontà del calciatore di vestire solo l’azzurro Napoli.
Ben 30 milioni ai londinesi per il suo cartellino, sei netti d’ingaggio al calciatore che si è ridotto gli emolumenti per sposare la causa azzurra. E Big Rom si è presentato al Maradona con gol ed assist contro il Parma, dando il via alla rimonta epica degli azzurri.
Da allora non si è più fermato. Sempre titolare al centro dell’attacco azzurro a fungere da centravanti, trequartista, centroboa (usando un termine prettamente della pallanuoto) a dare e ricevere botte aprendo spazi per i compagni. In tutto ciò non è mancato il suo apporto offensivo: ben nove i gol all’attivo. Un numero che non ha soddisfatto tutti, con il bomber finito nel mirino della critica.
In molti, infatti, si sarebbero aspettati una stagione da almeno 20 gol ad 11 giornate dal termine, un po’ sulla stessa falsariga di Retegui e Kean, capocannoniere e vice dell’attuale Serie A. D’altronde la garanzia era proprio Conte: con il salentino, sono arrivati sempre gol a grappoli.
Lukaku, però, ancora deve raggiungere la doppia cifra. In compenso, ad andare a spulciare la classifica degli asistman, il belga è al secondo posto alle spalle di Nuno Tavares con sette passaggi decisivi. Una conferma ulteriore di come il centravanti belga sia sempre più uomo squadra, avendo cambiato il suo modo di giocare.
Ed a Conte va bene così come sottolineano gli elogi al centravanti dopo la gara contro l’Inter. Per chi pensa che Lukaku sia solo u centravanti non in grado di essere decisivo, beh, sono i numeri a smentire tutti. Il numero 11 ha infatti contribuito a ben 17 reti del Napoli in stagione delle 49 totali: di fatto il 34,7% del totale.
Ciò significa come ogni tre gol del Napoli uno porta la sua firma, o come realizzazione oppure nelle vesti di assistman. Davvero niente male per un calciatore considerato non più decisivo.
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