Perché Dusan Vlahovic va in panchina contro il Verona? C’è un motivo se deve giocare proprio queste partite qui, e ve lo spiega Giuntoli
C’è un’immagine che non riesce a uscire dalla testa dei tifosi della Juventus: Dusan Vlahovic che si avvicina al dischetto, prende la rincorsa, calcia… e sbaglia.
Quel rigore contro l’Empoli non ha solo sancito l’eliminazione dei bianconeri dalla Coppa Italia, ma ha anche certificato, se ancora ce ne fosse bisogno, che il rapporto tra il serbo e la Vecchia Signora è ormai logoro.
Thiago Motta sembra aver già fatto la sua scelta: Vlahovic non rientra nei suoi piani, e ormai sembra evidente che non rientri neanche nei piani futuri della Juve. Ma la domanda è un’altra: l’allenatore può permettersi di gestire così un asset ancora così pesante per la società?
Se c’è un punto su cui tutti sembrano essere d’accordo è che Vlahovic e la Juve si separeranno a fine stagione. Il problema è capire a che prezzo. La dirigenza sa che trovare un club disposto a farsi carico di uno stipendio così alto non sarà semplice, e meno si vedranno prestazioni convincenti da qui a giugno, più basso sarà il valore del cartellino.
Thiago Motta ha tutto il diritto di fare le sue scelte tecniche, ma c’è anche una logica di mercato da considerare: tenere in panchina il giocatore più costoso della rosa non aiuta nessuno.
Le Juve-Verona sono le partite giuste per rilanciare Vlahovic
Nel frattempo, il calendario offre partite come quella contro il Verona, un avversario meno impegnativo rispetto ad altri top club. Quale occasione migliore per mettere Vlahovic nelle condizioni di segnare e accumulare fiducia? Invece, Motta lo relega ancora una volta in panchina, scegliendo Kolo Muani.
Una decisione legittima se si guarda solo alla tattica, ma poco lungimirante se si pensa al futuro della Juventus. Un centravanti che chiude la stagione con numeri mediocri sarà più difficile da vendere e soprattutto varrà molto meno sul mercato.
Non è solo una questione di soldi, ma anche di strategia. Vlahovic, al di là del momento complicato, resta un attaccante di livello, che in una stagione storta ha comunque messo insieme gol importanti.
Sfruttare le partite più abbordabili per aiutarlo a ritrovare il feeling con il gol non significa fare un favore a lui, ma alla Juventus stessa. Perché un conto è presentarsi a giugno con un numero 9 che ha chiuso l’anno con 15 reti, un altro è tentare di piazzare un calciatore reietto e che non ha nemmeno raggiunto la doppia cifra.
Si capisce la posizione dell’allenatore, che vuole costruire la squadra secondo la sua visione, ma la dirigenza bianconera non può permettersi di ignorare la situazione economica. Ma davvero la Juve vuole permettersi il lusso di vendere Vlahovic a 20 milioni di euro?
Un Vlahovic ai margini non serve a nessuno. Se la cessione è inevitabile, tanto vale fare in modo che sia il più vantaggiosa possibile. Il che significa metterlo in condizione di segnare, rivalutarlo e renderlo un pezzo pregiato sul mercato. La domanda che sorge spontanea è: la Juve sta pensando solo al presente o sta lavorando anche per il futuro? Se la risposta è la seconda, allora per Motta forse è il caso di rivedere alcune scelte.