La Juve vuole liberarsi di Vlahovic, ma il prezzo fissato sembra quasi un regalo per chi lo acquisterà. Un talento sottovalutato o un problema che il club non vede l’ora di scaricare?
C’è sempre qualcuno da mettere alla gogna quando le cose vanno male. Nel caso della Juventus, il bersaglio perfetto sembra essere Dusan Vlahovic.
Se sbaglia un gol, è colpa sua. Se la squadra non gira, è perché non fa abbastanza movimento. Se perde la palla a centrocampo, è perché “non sa giocare con i piedi”.
Un’ossessione collettiva, che ha toccato l’apice nella recente eliminazione dalla Coppa Italia, con l’errore decisivo dal dischetto contro l’Empoli. E come da copione, il web si è scatenato: meme, battute al vetriolo e l’ennesima conferma di un clima ormai insostenibile.
Ma davvero Vlahovic è il problema della Juve? Oppure il problema è che la Juve non sa più cosa farsene?
Ormai il divorzio tra il serbo e i bianconeri è scritto. Non si tratta più di “se”, ma di “quando”. Anzi, di “quanto”. E qui il punto diventa interessante. Perché la Juventus, che tre anni fa ha investito più di 80 milioni per portarlo via da Firenze, ora si trova nella paradossale situazione di doverlo vendere a una cifra decisamente inferiore, per evitare il rischio di una minusvalenza troppo pesante.
La Juventus e la difficile cessione di Vlahovic: quanto (poco) può arrivare a valere?
I numeri che circolano sono imbarazzanti: 20-30 milioni di euro, una valutazione da attaccante qualunque, non certo da uno che – pur tra mille difficoltà – resta uno dei centravanti più giovani e di talento sulla piazza.
Certo, c’è il problema dello stipendio. Vlahovic l’anno prossimo guadagnerà 12 milioni netti a stagione e nell’ultimo anno di contratto questa cifra diventerebbe insostenibile. Ma c’è un dettaglio importante: chi lo vorrà potrà trattare un ribasso. E il giocatore, pur di uscire da una situazione tossica, potrebbe accettare una riduzione dell’ingaggio.
Il rischio, però, è che questa strategia di logoramento giochi solo a favore delle pretendenti. I club interessati – qualcuno in Premier League, forse il PSG – sanno benissimo che la Juve non può permettersi di tirare troppo la corda e potrebbero aspettare l’estate per strappare l’attaccante a un prezzo ridicolo.
Il paradosso è servito: la Juventus sta praticamente accompagnando alla porta un attaccante che, in un contesto diverso, potrebbe tornare a essere devastante. Uno che, nel pieno della sua carriera, rischia di partire per una cifra da saldo mentre giocatori ben meno talentuosi vengono pagati il doppio.
Il vero affare, insomma, lo farà chi lo prenderà. Perché Vlahovic, piaccia o no, resta un centravanti forte. Ha limiti? Certo. Non è un mostro di tecnica, non è un regista offensivo, ma ha un senso del gol che non si compra al supermercato. E quando troverà una squadra che lo farà giocare nel modo giusto, magari senza fargli pesare ogni pallone toccato, sarà lui a ridere per ultimo.
E chissà, magari qualcuno a Torino inizierà a chiedersi se davvero era il caso di svenderlo così in fretta.