Quattro pilastri per il futuro e quattro addii pesanti: chi resterà e chi saluterà nel nuovo Milan che sta prendendo forma per il prossimo anno?
A volte, basta un anno storto per mandare in frantumi un’illusione. Il Milan che solo due stagioni fa sembrava pronto a costruire un ciclo vincente, oggi si trova davanti a un bivio: continuare a rattoppare una squadra che ha perso identità o rifondare su basi solide?
La scelta in realtà è già stata fatta e sarà ratificata questa estate. Il club ha tracciato una linea netta, stabilendo chi farà parte del nuovo corso e chi, invece, è destinato a cambiare aria.
Non sarà una rivoluzione qualsiasi, perché i nomi in ballo sono pesanti. Si chiude un’era, ma al tempo stesso se ne apre un’altra, con quattro punti fermi da cui ripartire.
Il Milan si prepara a un’estate di rivoluzione. Da una parte, un gruppo di giocatori su cui costruire un nuovo progetto. Dall’altra, alcuni addii dolorosi ma inevitabili. La domanda è: questa rifondazione basterà per riportare il club ai vertici?
Da Reijnders a Pulisic: i pilastri del nuovo Milan
Se c’è un giocatore che incarna il Milan che verrà, quello è Tijjani Reijnders. Arrivato con qualche dubbio, l’olandese ha spazzato via le incertezze con prestazioni sempre più autorevoli.
Non solo tecnica e corsa, ma anche carattere personalità e soprattutto gol, tanti gol quest’anno: doti che gli valgono un rinnovo importante, con stipendio adeguato ai top della rosa e possibile fascia di capitano a rivoluzione completata.
Un altro pilastro su cui la dirigenza non ha dubbi è Christian Pulisic. Lo statunitense ha dimostrato di essere molto più di un semplice fantasista: è il cuore pulsante dell’attacco, il giocatore capace di accendersi nei momenti decisivi e prendersi la squadra sulle spalle. Per questo, anche per lui è pronto un prolungamento contrattuale fino al 2029, con ingaggio da 5 milioni di euro a stagione.
Accanto a loro, due nomi che rappresentano il presente e il futuro del centrocampo e dell’attacco. Il primo è Youssouf Fofana, che ha impiegato pochissimo tempo per diventare un elemento imprescindibile. Il suo arrivo ha dato stabilità alla mediana, liberando i compagni da compiti difensivi e permettendo al reparto di essere più equilibrato.
L’ultimo tassello di questa rifondazione è Santiago Giménez, il bomber che il Milan cercava da anni. Il messicano, sbarcato a gennaio per 35 milioni di euro, ha dimostrato subito di essere la punta giusta per questa squadra. Ha portato peso offensivo, profondità e soprattutto gol. Qualità che mancavano dai tempi migliori di Olivier Giroud.
Gli addii pesanti, da Maignan a Theo: il ciclo scudettato è ai titoli di coda
Ma se quattro giocatori sono intoccabili, altrettanti sembrano avere già le valigie pronte. E sono nomi che hanno segnato la storia recente del club.
Partiamo da Mike Maignan. Il portiere francese è stato uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, ma il feeling con il Milan si è incrinato. Troppi infortuni, qualche incomprensione e il contratto in scadenza nel 2026 lo rendono un candidato alla cessione, specie se arriverà un’offerta vicina ai 40 milioni. E al suo posto, fra i vari nomi che circolano, potrebbe spuntare a sorpresa anche Alex Meret, in scadenza con il Napoli.
Stesso discorso per Theo Hernandez, che sembra aver perso entusiasmo e che potrebbe volare in Premier League o in Liga, dove c’è ad esempio il Real Madrid che sta cercando un terzino sinistro.
Poi c’è il caso più delicato: Rafael Leao. Talento purissimo, ma sempre più discontinuo. Il Milan lo ha aspettato, lo ha coccolato, gli ha rinnovato il contratto con una clausola rescissoria da 175 milioni. Ma l’impressione è che non sia mai diventato davvero il leader tecnico ed emotivo della squadra. Se qualcuno si avvicinerà anche solo ai 100 milioni è difficile che il club dica di no.
Infine, Fikayo Tomori. Da punto fermo della difesa a giocatore sostituibile. Gli errori difensivi sono diventati troppi, e con il Milan alla ricerca di un nuovo centrale di livello, anche l’inglese rischia di essere sacrificato.
Vedremo cosa accadrà. Se il mercato sarà all’altezza e le scelte tecniche saranno coerenti, i rossoneri potranno tornare competitivi in poco tempo. Ma il rischio di un’ennesima transizione esiste. La palla, adesso, è nelle mani della dirigenza.