Tegola in casa Napoli: Frank Anguissa è l’ennesimo infortunio di una lunga serie. Solo sfortuna o c’è qualcosa di più dietro? Proviamo ad analizzare la situazione
Succede sempre così: quando pensi di aver già dato abbastanza alla sfortuna, arriva l’ennesimo colpo basso. Il Napoli si avvicina alla partita più importante della stagione, quella contro l’Inter, con la rosa ridotta ai minimi termini.
L’ultimo a finire ko è Frank Anguissa, vittima di un infortunio muscolare che lo terrà fuori per almeno due settimane. Un’assenza pesante che si aggiunge a quella di David Neres, fuori già da un po’, e di altri big che hanno dovuto alzare bandiera bianca nelle ultime settimane, da Olivera a Spinazzola passando per Buongiorno che per fortuna ha già recuperato da un paio di settimane.
Con Anguissa fuori dai giochi, Conte dovrà inventarsi qualcosa. Al centrocampo, la scelta più probabile è Philip Billing, che ha già debuttato contro il Como. Sulla fascia sinistra, invece, potrebbe finalmente rivedersi Mathias Olivera, reduce dal suo stop.
Ma il problema non è solo chi scenderà in campo: è lo stato di forma della squadra nel suo complesso. Senza alternative adeguate, il Napoli rischia di arrivare alla sfida Scudetto con il fiato corto.
Ma viene da chiedersi: è solo un caso o dietro questa sequenza di stop c’è qualcosa di più profondo? Certo, gli infortuni fanno parte del gioco. Un contrasto sfortunato, un movimento sbagliato, e ti ritrovi fuori per settimane. Ma quando la lista degli indisponibili si allunga settimana dopo settimana, spesso per problemi muscolari, qualche domanda bisogna porsela.
Conte e gli infortuni: il problema sono i carichi di lavoro?
A gennaio, la società non è riuscita ad intervenire sul mercato in modo incisivo, lasciando Conte con una rosa corta e vulnerabile. E ora, con il passare delle partite, questa scelta sta mostrando tutte le sue conseguenze.
Se i titolari cadono uno dopo l’altro, il problema non è solo di chi si fa male, ma anche di chi deve sostituirli. Giocatori non abituati a ritmi così alti sono costretti agli straordinari, e il rischio di affaticamenti e stop si moltiplica.
C’è un altro aspetto da considerare: i carichi di lavoro. Se un’intera squadra inizia ad avere problemi muscolari, forse la preparazione atletica non è stata calibrata nel modo giusto. Il Napoli ha lavorato duramente nei primi mesi con Conte per recuperare il tempo perso dopo la gestione Garcia, ma forse non ha saputo modulare il ritmo al momento giusto. Troppa intensità senza pause rischia di mettere a dura prova anche i fisici più resistenti.
Un paradosso, considerando che il Napoli non ha le coppe e gioca meno partite rispetto ad altre squadre. Ma questo non ha impedito che la squadra si trovasse comunque in emergenza e il vantaggio di poter non fare turnover si è azzerato così, di colpo. Questo è uno dei motivi per cui Conte non è soddisfatto della situazione attuale e sta anche riflettendo seriamente sul suo futuro a Napoli.
Gli infortuni stanno mettendo il Napoli di fronte a un bivio. Se la squadra riuscirà a superare questa fase critica, potrebbe ancora dire la sua in campionato. Ma se la situazione non cambia, rischia di restare impantanata in un ciclo negativo. La domanda ora è una sola: come si esce da questo tunnel? E, soprattutto, chi sarà il prossimo a fermarsi?