Svolta epocale per ciò che concerne la legge sulle scommesse e la legislazione in materia: sta per cambiare tutto
Se c’è una cosa che nel calcio non cambia mai è che, prima o poi, cambia tutto. E questa volta la scossa arriva dal mondo delle scommesse sportive. Dopo anni di divieti e restrizioni, il betting potrebbe tornare a far parte dello spettacolo del calcio italiano in un modo nuovo, anzi vecchio.
Non stiamo parlando di una piccola modifica normativa, ma di una svolta epocale, destinata a ridisegnare il rapporto tra il pallone e il settore delle scommesse.
La spinta per rivedere il divieto imposto dal Decreto Dignità del 2018 arriva direttamente dalla maggioranza parlamentare, che sta lavorando per superare le attuali restrizioni. Secondo quanto riportato da La Repubblica, la commissione Cultura del Senato sarebbe pronta a dare il via libera all’affare sulle prospettive di riforma del calcio italiano, includendo la revisione del divieto pubblicitario legato al gioco d’azzardo.
Fino a oggi, la normativa impediva qualsiasi forma di sponsorizzazione legata a giochi con vincite in denaro, vietando la promozione del betting su qualunque mezzo: eventi sportivi, trasmissioni televisive, radio, giornali e persino affissioni pubblicitarie. Ora il Parlamento chiede di valutare una modifica a questa regola, almeno per quanto riguarda il settore sportivo.
Se tutto andrà come previsto, rivedremo quindi i loghi delle aziende di scommesse sportive sui banner degli stadi, sui cartelloni pubblicitari e, molto probabilmente, anche sulle maglie delle squadre. Un ritorno che potrebbe avere un impatto economico significativo, in un calcio italiano che da tempo fatica a reggere il confronto con le big d’Europa in termini di ricavi.
Scommesse, la rivoluzione di Abodi: qual è il piano del Ministro
Il ministro dello Sport Andrea Abodi, che già ne parlava nel 2022, ha già fatto capire quale potrebbe essere il criterio chiave di questa riforma: la differenza tra scommesse legali e illegali. In altre parole, la pubblicità tornerà, ma solo per gli operatori autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Un tentativo di regolamentare il settore senza aprire le porte a ogni tipo di sponsorizzazione selvaggia.
Ma non è tutto. Tra le proposte attualmente in esame c’è anche l’idea di destinare una parte degli incassi derivanti dalle scommesse direttamente al mondo dello sport. L’obiettivo? Creare un fondo che riceva almeno l’1% del valore complessivo delle puntate per finanziare la costruzione di nuovi stadi e la riqualificazione di quelli esistenti.
Una fetta di questi ricavi dovrebbe poi essere assegnata al sistema calcistico per supportare progetti legati a settori come la formazione giovanile, le attività sociali e la lotta contro la ludopatia che spesso travolge anche i calciatori. Insomma, una riforma che vuole bilanciare il ritorno delle scommesse sportive con misure di responsabilità sociale.
Da anni il calcio italiano discute su come trovare nuove entrate economiche per restare competitivo. Dopo il fallimento di diversi tentativi di riforma e la resistenza di alcune parti politiche, questa svolta sulle scommesse potrebbe segnare un vero punto di svolta.
Ma resta una domanda: quanto sarà difficile mantenere l’equilibrio tra business e responsabilità sociale? Se da un lato la riapertura alle sponsorizzazioni porterà nuove risorse, dall’altro resta il nodo etico legato al gioco d’azzardo e ai rischi connessi.
Nel frattempo, la macchina legislativa si è messa in moto. La sensazione è che il calcio italiano stia per voltare pagina, e questa volta la posta in gioco è più alta che mai.