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Serie A

“Taci e allena”: il retroscena su Gasperini è piuttosto eloquente

Gasperini non è mai stato un tipo facile. Sentite un po’ l’aneddoto che ha raccontato il suo ex presidente 

“Taci e allena”: il retroscena su Gasperini è piuttosto eloquente (Foto: Ansa) – serieanews.com

Gian Piero Gasperini è un uomo difficile. Lo sanno bene i suoi giocatori, lo sanno i dirigenti che hanno avuto a che fare con lui e lo sa, più di tutti, Enrico Preziosi. L’ex patron del Genoa, in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato un aneddoto che spiega alla perfezione il carattere spigoloso e indomabile dell’attuale allenatore dell’Atalanta.

La stagione in corso ha portato alla luce tensioni evidenti tra Gasperini e alcuni elementi chiave dell’Atalanta. Il caso più eclatante è stato il recente scontro con Ademola Lookman, dopo il rigore sbagliato in Champions League contro il Club Brugge.

Le parole dure del tecnico, che ha definito il giocatore “uno dei peggiori rigoristi mai visti”, hanno creato un gelo tra i due, spingendo addirittura la famiglia Percassi a intervenire per ricomporre la frattura. Ma la frattura c’è anche con la società, tanto che Gasp ha fatto capire abbastanza chiaramente che questa sarà la sua ultima stagione all’Atalanta. Prima o poi doveva accadere.

Ma Lookman non è stato l’unico bersaglio della sua rigidità. Anche Nicolò Zaniolo, che ha lasciato la Dea a gennaio, ha chiesto la cessione per manifesta incompatibilità con l’allenatore. Perfino il patron Antonio Percassi non è stato risparmiato: i rapporti tra lui e l’allenatore non sono sempre stati idilliaci, con alcune divergenze sulla strategia di mercato e la gestione dei giovani.

E tutti questi non sono neppure episodi isolati: negli anni, lo scontro con Papu Gómez, le difficoltà con alcuni dirigenti e l’atteggiamento da padrone assoluto della panchina hanno costruito un’immagine di Gasperini come un tecnico vincente, ma difficile da gestire.

Preziosi e quella volta che gli ultras dissero a Gasperini di tacere

Il racconto di Preziosi alla Gazzetta parte da un episodio che ha segnato il suo rapporto con Gasperini: “Il punto di non ritorno arrivò dopo uno striscione di alcuni ultras, ‘Gasperini taci e allena’”.

Un messaggio diretto, che evidenzia quanto l’allenatore fosse, già ai tempi del Genoa, un personaggio difficile da gestire. Uno di quelli che non le manda a dire, nemmeno quando forse sarebbe meglio misurare le parole.

Preziosi e quella volta che gli ultras dissero a Gasperini di tacere (AnsaFoto) – serieanews.com

Preziosi precisa che il loro screzio non fu dovuto alla mancata licenza UEFA, che costò al Genoa la qualificazione in Europa League, ma piuttosto a una questione di gestione interna: “Mi faceva arrabbiare perché c’erano tanti punti di riferimento: mio figlio, Capozucca e altri. Ma Gasp ascoltava solo me, gli altri erano dei cartonati”.

Che Gasperini sia un tecnico che divide è cosa nota. Ma l’aneddoto di Preziosi svela qualcosa di ancora più interessante: anche quando arrivò all’Atalanta, la dirigenza non era convinta al 100% di lui. “Pagai io per liberarlo”, racconta Preziosi, “Poi Luca Percassi si è fidato con grandi riserve, tanto che all’inizio Gasp rischiava l’esonero”.

Un inizio a singhiozzo, insomma. Ma da lì in poi, la storia la conosciamo tutti: Gasperini ha trasformato l’Atalanta in una macchina perfetta, una squadra capace di lottare stabilmente per i primi posti della Serie A e di giocarsela alla pari con le grandi d’Europa.

Personaggio difficile? Senza dubbio. Ma i risultati parlano chiaro. La sua filosofia di gioco, il suo modo di lavorare, il suo carattere da duro hanno reso l’Atalanta quella che è oggi. Tuttavia, il racconto di Preziosi ci fa capire una cosa: per sopportare Gasperini, servono nervi saldi. E non tutti sono disposti a farlo.

Resta allora una domanda: meglio un allenatore “gestibile” o uno che, nonostante il carattere impossibile, ti porta al successo? Alla Dea la risposta, perché Gasperini, “taci” o no, continuerà ad allenare come vuole lui. Di questo possiamo star certi.

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