In casa Juve Koopmeiners è sicuramente una delle delusioni più grandi: perché l’olandese è un problema
Ben 60 milioni di euro per strapparlo all’Atalanta. Teun Koopmeiners è stato il grande acquisto estivo della Juventus, voluto fortemente da Cristiano Giuntoli. Per il football director bianconero era un vero e proprio pallino fin dai tempi di Napoli e l’estate scorsa ha pressocché fatto di tutto per portarlo a Torino.
Il calciatore, dal canto suo, ha anche forzato la mano con l’Atalanta per agevolare il trasferimento: dai certificati medici in serie all’indisponibilità perfino per la Supercoppa Europea contro il Real Madrid, un traguardo mai raggiunto nella storia della Dea. Ed alla fine, come spesso accade nel mercato, è stata decisiva la volontà del calciatore per un matrimonio che si è consumato rendendo tutti felici e contenti.
L’Atalanta ha reinvestito la cifra incassata e la Juve si è assicurata uno dei migliori centrocampisti italiani che in tre stagioni a Bergamo ha disputato 129 gare con 29 reti e 15 assist, per oltre il 34% di incidenza nelle reti segnate dalla squadra orobica. Un vero e proprio fulmine di guerra che nelle intenzioni di Giuntoli sarebbe dovuto essere uno dei pilastri su cui costruire la nuova Juve, quella targata Thiago Motta.
Sei mesi dopo, però, la situazione è decisamente cambiata. In questa stagione Koopmeiners ha fin qui deluso completamente le attese. In 21 presenze in Serie A un solo gol all’attivo e tre assist, nessun acuto invece, nelle nove gare giocate in Champions League. Prestazioni spesso anonime, ben al di sotto della sufficienza con il calciatore che sembra stia ancora cercando di adattarsi al meglio nello scacchiere tattico.
Ed è qui che entra in gioco Thiago Motta. Koopmeiners, all’Atalanta, ha dato il meglio di sé come incursore essendo lui un centrocampista offensivo. Ha nei piedi l’ultimo passaggio vincente prendendo parte alla fase di ripartenza o costruzione anche perché non è certo un mediano oppure un incontrista.
Teun è abile a muoversi senza palla così come ha nelle sue abilità il tiro dalla distanza, forte e preciso. Trequartista dietro le punte accanto a Lookman o De Ketelaere nell’ultima stagione, Koopmeiners a Bergamo non aveva compiti di recupero palla quanto di ripartenza e finalizzazione, avendo le “spalle coperte” da due mediani come De Roon ed Ederson.
Tutt’altra storia, invece, alla Juve. Motta sta puntando sul 4-2-3-1 in cui Koopmeiners agisce da sotto punta alle spalle di Kolo Muani (prima era Vlahovic). Il numero 8 sta faticando più del dovuto perché in bianconero è costretto anche ad utilizzare le sue energie per la fase di non possesso, abbassandosi fino alla linea della sua area di rigore.
Questo perché i mediani della Juve non garantiscono un’adeguata copertura tantomeno un filtro solido tanto da poter inibire gli avversari ed evitare un surplus di lavoro a cui Teun non era abituato. E così il dispendio di energie rende meno lucido Koop nelle porzioni di campo dove dovrebbe fare la differenza.
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