Aurelio De Laurentiis rinviato a giudizio per il caso plusvalenze? C’è un aspetto da chiarire e si può fare una proiezione di cosa rischia realmente il Napoli
Si muove anche la FIGC, che secondo quanto appreso dall’Ansa ha intenzione di richiedere nuovamente alla Procura di Roma gli atti dell’inchiesta che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, con l’accusa di falso in bilancio.
Al centro dell’indagine ci sarebbero le presunte plusvalenze fittizie nelle operazioni di acquisto di Manolas dalla Roma nel 2019 e di Osimhen dal Lille nel 2020. Tuttavia, i legali del presidente De Laurentiis non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sui movimenti della FIGC.
Occorre innanzitutto fare chiarezza: si tratta di una richiesta della Procura al GUP (Giudice per l’Udienza Preliminare) affinché valuti se ci siano gli estremi per andare a processo. Il GUP, nelle prossime settimane, analizzerà la documentazione e prenderà una decisione. Potrebbe stabilire che non vi siano elementi sufficienti e archiviare il caso, una possibilità su cui il Napoli punta molto. In alternativa, potrebbe decidere che il processo debba avere luogo, anche se il club ritiene questa ipotesi altamente improbabile.
Se si dovesse arrivare a un processo, i tempi sarebbero lunghi: tra i 3 e i 5 anni, trattandosi di un procedimento penale legato a presunti reati fiscali. In caso di condanna, il presidente del Napoli rischierebbe sanzioni previste dall’articolo 2621 del Codice Civile. Tuttavia, i legali della società si dicono estremamente fiduciosi: ritengono che il caso verrà archiviato, avendo già depositato consulenze tecniche presso enti autorevoli a supporto della legittimità delle operazioni contabili.
Il Napoli ribadisce la correttezza delle operazioni e si dice tranquillo
Secondo il club, le acquisizioni delle prestazioni di Manolas e Osimhen sono avvenute in totale regolarità. L’operazione Manolas è stata chiusa per 36 milioni di euro, somma corrispondente alla clausola rescissoria pagata alla Roma. Osimhen, invece, è stato acquistato per 76 milioni di euro, comprendenti una parte cash e le cessioni di Palmieri, Liguori, Manzi e Karnezis, valutati complessivamente poco più di 20 milioni.
Per gli avvocati Fabio Fulgeri e Lorenzo Contrada, che hanno già incontrato i magistrati della Procura di Roma per ottenere informazioni dettagliate, la decisione di procedere contro il club è “incomprensibile”. Ritengono che gli atti depositati dimostrino in modo chiaro e inequivocabile che il Napoli abbia operato nel pieno rispetto delle normative contabili italiane.
Le operazioni contestate sono già state esaminate in due gradi della Giustizia Sportiva, con il club assolto in entrambe le occasioni nonostante la contestazione degli articoli 4, 6 e 31 del Codice di Giustizia Sportiva. Per questo motivo, il Napoli esclude che possano esserci ripercussioni sulla classifica o penalizzazioni. L’unico scenario in cui il procedimento sportivo potrebbe riaprirsi sarebbe la scoperta di nuovi elementi inconfutabili da parte della Procura Federale. Anche sotto questo aspetto, il club si dice sereno e fiducioso.
Resta dunque da attendere la decisione del GUP, che avrà l’ultima parola sull’eventuale apertura di un processo. Ma dalle parti di Castel Volturno, nessuno sembra avere particolari preoccupazioni