Il disastro di Theo Hernandez ha buttato fuori il Milan dalla Champions e si è scatenato il mondo di tifosi e opinionisti contro di lui. Quali sono gli scenari?
Il punto di rottura tra Theo Hernandez e il Milan potrebbe essere arrivato al minuto 51 di Milan-Feyenoord, in quel momento assurdo in cui il francese si lascia cadere in area senza essere sfiorato.
Per l’arbitro Marciniak non ci sono dubbi: simulazione, secondo giallo ed espulsione. Un’ingenuità che pesa come un macigno su un Milan in cerca del gol qualificazione. La prima ammonizione, poi, è persino più grave: un fallo evitabile a centrocampo, un gesto inutile che tradisce nervosismo e scarsa lucidità. I tifosi sono imbufaliti: errori così, in una partita di questa importanza, sono semplicemente imperdonabili.
La sua gara, in realtà, era iniziata male già dai primi minuti. Si era fatto saltare con troppa facilità, aveva battibeccato con Moussa e poi quella trattenuta sciocca su Moder, che gli sarebbe comunque costata la squalifica agli ottavi. Un atteggiamento che fa discutere: un giocatore del suo livello non può permettersi leggerezze del genere, che vanifica anche gli sforzi dei compagni, men che meno nella serata più decisiva della stagione.
E qui si riapre un vecchio dibattito: Theo Hernandez ha un talento straordinario, ma la sua discontinuità lo rende sempre più un problema per il Milan. Sul campo e fuori. L’immagine di un vicecapitano con i capelli rosa può sembrare un dettaglio trascurabile, ma quando a questo si sommano atteggiamenti sopra le righe, dichiarazioni fuori posto e ora anche un rosso evitabile, il discorso cambia.
Anche la sua ultima storia su Instagram, pubblicata proprio prima della sfida col Feyenoord, ora suona come una provocazione fuori tempo massimo: “Parlate di me, la vostra è solo invidia, fan*** a chi mi odia…”. Ecco, magari certi messaggi sarebbe meglio evitarli.
Ma se le critiche dei tifosi erano prevedibili, quelle arrivate da pezzi grossi del calcio e della politica hanno alzato ancora di più la temperatura. Zvonimir Boban lo ha definito “indecente e antisportivo, e se lo merita perché sono anni che fa queste cose”.
Matteo Salvini, sui social, ha usato toni ancora più netti: “Theo chiedi scusa. Fuori rosa fino a giugno“. Parole pesanti, che risuonano come una sentenza su un rapporto ormai ai minimi termini tra il terzino e il club.
E a questo punto si riapre inevitabilmente il discorso mercato. Il contratto di Theo scade nel 2026, ma la sua permanenza a Milano è ormai appesa a un filo.
Le big europee sono già in agguato: su tutte Real Madrid e Liverpool, entrambe alla ricerca di un terzino sinistro dopo il rinnovo di Alphonso Davies col Bayern. Per il Milan, invece, si profila una cessione a una cifra inferiore al valore reale del giocatore: la sensazione è che ormai il ciclo di Hernandez in rossonero sia finito.
E se Maldini era riuscito a costruire una squadra attorno a lui, la nuova dirigenza sembra sempre più convinta di voltare pagina. L’erede? Si fa il nome di Maxim De Cuyper, esterno del Bruges, che proprio ieri ha giocato una grande partita contro l’Atalanta in Champions. Un profilo giovane, di prospettiva, che potrebbe rappresentare il nuovo inizio per la fascia sinistra del Milan.
Insomma, il rosso col Feyenoord potrebbe essere stato l’ultimo capitolo dell’avventura milanese di Theo. Da idolo a problema nel giro di pochi mesi: e a giugno, stavolta per davvero, potrebbe esserci il capolinea.
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