Ora non ci si può più nascondere dietro un dito: c’è un caso Vlahovic nella Juve, e questa è la dimostrazione palese
C’è un momento in cui le storie smettono di essere semplici coincidenze e diventano fatti. E quello che sta succedendo a Dusan Vlahovic alla Juventus rientra esattamente in questa categoria.
Basta dare un’occhiata ai numeri per rendersi conto che il suo ruolo in squadra è cambiato, e non certo in meglio. Più passano le settimane, più la questione assume i contorni di un problema vero, che la società prova a minimizzare, ma che ormai è evidente agli occhi di tutti.
Nelle ultime due partite, il centravanti serbo ha visto il campo per un totale di zero minuti. Se allarghiamo lo sguardo alle ultime cinque, scopriamo che ha collezionato appena 40 minuti complessivi. Un dato che fa riflettere.
L’ultima volta che Vlahovic è partito titolare risale al 29 gennaio, quando in campo c’era ancora un equilibrio meno definito nell’attacco bianconero. Da allora, l’ex Fiorentina è diventato una riserva, mentre Kolo Muani ha distrutto record e scalato le gerarchie fino a diventare imprescindibile per Thiago Motta.
L’illusione dell’attacco a due e l’elefante nella stanza: che si fa con Vlahovic?
Quando è arrivato il francese in squadra, qualcuno aveva ipotizzato che la Juventus potesse giocare con un attacco a due. Una suggestione che, col passare delle settimane, si è rivelata una mera illusione.
Le parole di Motta su un possibile utilizzo di entrambi gli attaccanti sono rimaste tali: nessun esperimento reale, nessuna vera chance per Vlahovic di riconquistare un posto stabile nell’undici titolare.
Ora, in vista del ritorno playoff di Champions League contro il PSV, la partita che Motta ha definito “la più importante della stagione“, la scelta in attacco sembra già scritta: toccherà ancora una volta a Kolo Muani, che sta vivendo un periodo di forma straordinario e ha conquistato la piena fiducia dell’allenatore. Per Vlahovic, invece, si prospetta un’altra serata in panchina, magari con qualche minuto a gara in corso, ma senza un vero segnale di rilancio.
Se la questione fosse solo tecnica, la spiegazione sarebbe chiara: Vlahovic non convince Motta, quindi gioca chi offre più garanzie. Ma c’è un altro aspetto da considerare: la sua situazione contrattuale. La Juventus si trova davanti a un bivio difficile, tra un ingaggio pesante e un rendimento che non giustifica più le cifre che lo accompagnano. Il rischio? Che a giugno si arrivi alla cessione, ma con una valutazione nettamente inferiore rispetto al passato.
E adesso? Quando un investimento da 80 milioni finisce ai margini del progetto tecnico, è inevitabile che sorgano domande. La Juventus ha ancora tempo per decidere cosa fare con Vlahovic, ma ogni minuto passato in panchina abbassa il suo valore e complica le strategie di mercato. Il serbo ha bisogno di giocare per ritrovare fiducia e spazio, ma la strada sembra sempre più in salita.
La domanda ora è una sola: davvero la Juve può permettersi di svalutare un attaccante così importante senza un piano preciso per il futuro? La risposta a Thiago Motta e soprattutto a lui, Dusan Vlahovic, chiamato a sfruttare al massimo possibile ogni spezzone di partita che l’allenatore gli concederà in questo momento difficile.