C’è una certezza nel calcio italiano: se giochi per Gian Piero Gasperini, devi accettare il suo carattere spigoloso. Ecco alcuni episodi eclatanti
Gian Piero Gasperini ormai abbiamo imparato a conoscerlo. Pro, tantissimi pro, ma anche tantissimi contro. Un tecnico brillante, capace di trasformare giocatori normali in stelle, ma anche noto per i suoi scontri verbali e le rotture clamorose. Dai giornalisti ai calciatori passando per i collaboratori, nessuno passa indenne dalla rabbia del Gasp quando gli gira male.
Difficile dire se Gasperini abbia ragione o torto in questi scontri, ma una cosa è certa: la sua gestione autoritaria non lascia spazio ai compromessi. Se sei nel suo gruppo, devi accettare le sue regole. E se non le accetti? Meglio cambiare aria. Con Lookman il copione si ripete, ma la vera domanda è: chi sarà il prossimo?
L’ultimo episodio ha coinvolto Ademola Lookman, che dopo un rigore sbagliato in Champions si è trovato al centro di una tempesta scatenata proprio dal suo allenatore. Il nigeriano ha replicato con un comunicato ufficiale, aprendo un caso destinato a far rumore. Ma non è certo la prima volta che accade. Ripercorriamo alcune delle sue liti più celebri da quando è alla guida dell’Atalanta.
1. Papu Gomez: lo scontro fisico e le lacrime
Il caso più eclatante, quello che ha segnato un prima e un dopo nel ciclo di Gasperini a Bergamo. Papu Gomez, simbolo dell’Atalanta, finisce fuori squadra dopo una lite furiosa. La miccia si accende in Champions League contro il Midtjylland: negli spogliatoi volano parole grosse e, secondo il racconto del Papu, Gasperini arriva quasi allo scontro fisico.
La risposta dell’allenatore non si fa attendere: “Ha mancato di rispetto alla proprietà, non poteva restare”, versione confermata poi anche dal club. Risultato? Gomez saluta Bergamo e si trasferisce al Siviglia, lasciando un vuoto enorme nei tifosi ma anche nel suo cuore: poco dopo ha confermato di aver pianto molto quando è andato via da Bergamo. Non facciamo fatica a crederlo.
2. Timothy Castagne: zero dialogo
Tre anni a Bergamo, ma un rapporto mai davvero decollato. Timothy Castagne non usa mezzi termini: “Gasperini ha ottime idee, ma è impossibile parlarci. Si arrabbia facilmente, ha problemi a controllarsi”. Il belga decide che ha bisogno di un ambiente diverso e nel 2020 vola al Leicester.
3. Simon Kjaer e Martin Skrtel: inadatti al Gasp-ball
Due difensori di spessore, ma entrambi bocciati senza troppe cerimonie. Simon Kjaer, arrivato nel 2019, resiste solo sei mesi prima di capire che non è aria: “È un grande giocatore, ma non si adatta al nostro sistema”, sentenzia Gasperini. Andrà via nel gennaio 2020 dopo essere stato ai margini ma diventerà una colonna del Milan e della Danimarca rivelazione ad Euro 2020.
Stesso problema con Martin Skrtel, che rescinde ancora prima: problemi di adattamento al sistema di gioco e un battibecco che porta all’addio anticipato, dopo poche settimane. Per un calciatore di quell’esperienza l’Atalanta poteva essere un downgrade e magari si aspettava un po’ di rispetto in più, ma si sa che Gasperini non guarda in faccia a nessuno.
4. Pierluigi Gollini: un addio amaro
Da titolare indiscusso a riserva, senza troppe spiegazioni. Pierluigi Gollini, portiere dell’Atalanta dal 2017 al 2021, viene rimpiazzato da Sportiello e capisce che è il momento di fare le valigie. Dopo il passaggio al Tottenham, svela: “Non è stata una questione tecnica, ma di rapporti personali con una persona“. Indovinate chi?
5. Joakim Maehle e la “gestione dittatoriale”
Uno degli scontri più recenti, con dichiarazioni al vetriolo. Il terzino danese Joakim Maehle, passato al Wolfsburg, racconta un ambiente rigido, quasi opprimente: “Decideva tutto lui, non potevamo nemmeno tornare a casa insieme dopo gli allenamenti. Una volta impedì a me e Hojlund di tornare insieme a casa perché non voleva che ci mettessimo a chiacchierare e scherzare. Era una gestione basata sulla paura”.
April 17, 2023 Florence, Italy – sport, calcio – Fiorentina vs Atalanta – Italian Serie A Football Championship 2022/2023 – Artemio Franchi Stadium. In the pic: Joakim Maehle (Atalanta BC) celebration after scoring goal 0-1
Maehle viene spalleggiato da Merih Demiral, che aveva lasciato l’Atalanta per motivi simili e dalla Turchia confermò la versione del compagno, salvo poi essere smentito dalla società. “Non mi piace il suo modo di trattare i giocatori. Umanamente preferisco De Zerbi, Sarri e Pirlo: con loro andrei anche a cena, con Gasperini no”, fu il commento al vetriolo del difensore turco.
6. Nicolò Zaniolo: la “scommessa persa”
Quest’anno il tecnico bergamasco è stato più nervoso del solito e a farne le spese è stato Nicolò Zaniolo. Arrivato con tante aspettative, viene subito relegato in panchina e bollato come “una scommessa persa”. Nonostante qualche sprazzo di talento (2 gol e 2 assist), Gasperini lo critica pubblicamente anche dopo un’esultanza poco elegante a Cagliari.
Il risultato? Zaniolo chiede la cessione e si trasferisce alla Fiorentina, mantenendo comunque un certo aplomb: “Non ho problemi con Gasperini, mi ha anche migliorato, ma ognuno ha le sue idee”.
6 bis. Antonio Percassi: il presidente blastato
E sì, in questa lunga lista di alterchi ci scappa anche il presidente Percassi. Gasperini non le manda a dire neanche a lui e più di una volta ha attaccato frontalmente la società in conferenza stampa. L’ultima quest’anno, quando si è infortunato proprio Lookman e lui si aspettava un innesto importante dal mercato.
Parole molto forti contro una dirigenza che – a detta sua – non vuole vincere e che non vuole puntare in alto, cosa detta già più volte nel corso degli anni. Questa però potrebbe essere l’ultima: tutto fa pensare che alla fine della stagione il rapporto si interromperà e così – forse – anche le sfuriate dello spigoloso tecnico piemontese.