Enrico Camelio stavolta ce l’ha con la stampa romana, con gli anti-Inzaghi e con Daniele Pradè. Ecco a voi la Flop Parade settimanale!
Il calcio è uno sport meraviglioso, ma anche pieno di momenti imbarazzanti, dichiarazioni evitabili e decisioni che fanno storcere il naso.
Ogni settimana assistiamo a cadute di stile che meritano di essere sottolineate, perché nel mondo del pallone, accanto alle giocate da applausi, ci sono anche scivoloni epocali. E noi siamo qui proprio per questo: per mettere sotto i riflettori le gaffe, le incoerenze e le situazioni che fanno discutere più di un rigore al 90′.
Nella puntata di oggi, ci occupiamo di tre casi che incarnano perfettamente l’essenza dell’ormai attesissima Flop Parade di Enrico Camelio, appuntamento fisso della settimana. C’è chi cambia idea più velocemente del vento e si adatta al risultato dell’ultima partita, chi è sempre pronto a gufare in attesa del fallimento altrui, e chi, invece di risolvere i problemi, sembra quasi gioire quando le cose vanno male. Insomma, il peggio del peggio della settimana calcistica. Ecco a voi i protagonisti!
1) La stampa romana: che tempo che fa?
Se c’è una cosa che nella capitale cambia più velocemente del traffico sulla Tangenziale Est, è l’opinione della stampa romana. Un giorno una squadra è da scudetto, il giorno dopo è da rifondazione totale, tutto dipende dai 90 minuti appena giocati. Per non parlare del toto-allenatore, che ogni giorno vede un nome nuovo accostato alla panchina giallorossa.
Non è un caso che Franco Sensi, che di Roma e di calcio ne sapeva parecchio, una volta disse: “Se avessi avuto una grande stampa romana…”. Chissà cosa direbbe oggi, vedendo certi titoli che sembrano scritti con l’emotività di un tifoso e non con l’analisi di un giornalista. Forse un po’ più di coerenza non guasterebbe.
2) Gli InzaghiOut: gufi appollaiati in attesa del crollo
Aprile 2022: #️⃣InzaghiOut spopola tra opinionisti ed ex calciatori interisti. Simone fuori, non è all’altezza, la squadra non ha futuro con lui, Allegri prenderà il suo posto e farà meglio. Poi, partita dopo partita, risultati alla mano, è sempre lui a rispondere con i fatti e a dimostrare che certi giudizi erano affrettati (per non dire assurdi).
Ma i gufi 🦉 non demordono, sono ancora lì, appollaiati sui social, e aspettano un passo falso per tornare a gracchiare. Ma chissà, forse dovrebbero solo accettare che l’allenatore dell’Inter ha qualità e che i numeri sono dalla sua parte.
3) Daniele Pradè: l’autolesionismo in versione dirigenziale
La Fiorentina perde e Pradè sembra quasi compiaciuto, pronto a prendere la mazza e bastonare Palladino. Ma il calcio non si fa con i regolamenti di conti interni, e il continuo scaricare le colpe sul tecnico suona più come un modo per distogliere l’attenzione da altre lacune strutturali.
Senza dimenticare il caos legato al povero Bove, che ha creato tanta confusione in casa Fiorentina, un problema enorme che andrebbe valutato nel giudizio complessivo sul lavoro di Palladino. Se c’è un’arte che certi dirigenti sembrano padroneggiare alla perfezione… è l’autolesionismo!