Sai quanto guadagnano gli arbitri di Serie A? Una cifra clamorosa, ecco tutti gli importi
Ogni domenica, durante le partite di Serie A, gli arbitri sono sotto i riflettori. Tra polemiche, decisioni discutibili e le famose critiche da parte di tifosi e allenatori, il loro lavoro sembra essere sempre al centro dell’attenzione. Nonostante tutto ciò, pochi si fermano a pensare a quanto effettivamente guadagnano questi professionisti.
Quando una partita finisce con qualche errore arbitrale, il dibattito si infiamma, ma spesso non si conosce la realtà dietro le quinte, né tanto meno quanto questi arbitri portano a casa alla fine del mese. La verità è che gli arbitri italiani sono tra i più pagati d’Europa. Sì, nonostante le critiche, i direttori di gara della Serie A sono in una posizione privilegiata a livello economico.
Arbitri, ecco il guadagno: si divide in tre elementi
Secondo un’analisi della Gazzetta dello Sport, gli arbitri italiani occupano il terzo posto nella speciale classifica dei compensi, subito dopo quelli di Spagna e Germania. Non solo: rispetto ai colleghi di Inghilterra e Francia, i nostri fischietti possono vantare una retribuzione più alta. Ma come funziona esattamente il loro compenso?
In Italia, il guadagno degli arbitri è composto da tre elementi principali: un compenso fisso annuale, un gettone per ogni partita arbitrata e il rimborso spese. Detto così, sembra semplice, ma dietro a ciascun elemento ci sono numeri importanti. Un arbitro di Serie A, ad esempio, guadagna circa 4.000 euro per ogni partita che dirige.
E se consideriamo una media di 20 partite all’anno, il suo guadagno annuale può arrivare a sfiorare i 160.000 euro. Una cifra che, sicuramente, non è male per chi è al centro di una delle professioni più stressanti e sotto pressione del mondo sportivo.
Ma non finisce qui: ci sono altre figure che contribuiscono al flusso di guadagni, come il quarto ufficiale (500 euro a partita), gli assistenti (1.400 euro) e i ruoli legati al VAR.
Il VAR, ad esempio, riceve 1.700 euro per ogni match, mentre l’AVAR guadagna 800 euro. In Serie B, invece, i compensi sono naturalmente inferiori, ma comunque rilevanti rispetto ad altri campionati. Un arbitro di B, per esempio, guadagna circa 2.000 euro a partita, con cifre decrescenti per gli altri ruoli.
Il confronto tra Serie A ed i campionati top d’Europa
Ma questi numeri sono davvero così elevati se paragonati ai colleghi europei? In realtà, no. Secondo i dati provenienti dalla Liga spagnola, gli arbitri guadagnano 4.830 euro a partita, con un guadagno annuo che supera i 260.000 euro.
In Germania, invece, un direttore di gara della Bundesliga percepisce ben 5.800 euro per ogni match. Nonostante ciò, l’Italia rimane comunque tra i top, con 159.708 euro annui medi per un arbitro di Serie A, più di quanto guadagnano i fischietti di Premier League (157.895 euro) o della Ligue 1 francese (145.208 euro).
Le polemiche sull’arbitraggio sono una costante nel calcio, ma i numeri ci dicono che gli arbitri italiani sono ben retribuiti, anche se spesso il loro lavoro non viene mai riconosciuto appieno.
Se non fosse per quelle decisioni cruciali durante una partita, che magari fanno la differenza tra una vittoria e una sconfitta, quante altre professioni potrebbero vantare così tanto dibattito pubblico ogni settimana? In fin dei conti, dietro ogni decisione controversa c’è sempre una persona che, tra fischi e critiche, porta a casa un bel compenso.