Dalla maledizione di Béla Guttmann ai fantasmi in campo: quando il calcio si intreccia con il paranormale e la superstizione, nascono storie incredibili. Ecco le più assurde
Ti sei mai chiesto se il calcio possa nascondere storie degne di un romanzo gotico? Certo, siamo abituati a vedere il pallone come spettacolo, sudore e tattiche raffinate, ma a volte dietro una sconfitta o un successo ci sono storie che sembrano uscite da un libro di magia nera. Dalla maledizione di Béla Guttmann al “fantasma” di Giovanni van Bronckhorst, ecco alcuni dei racconti più incredibili che uniscono calcio e superstizione.
Il calcio, come ogni grande spettacolo, vive anche di miti e storie incredibili. Che si tratti di presenze inquietanti o di rituali scaramantici, questi racconti ci ricordano che lo sport non è solo tecnica e fisicità, ma anche emozione, mistero e un pizzico di magia.
Partiamo dal più famoso. Béla Guttmann, allenatore ungherese, entra nella leggenda non solo per il suo talento, ma per una frase che ancora oggi gela il sangue dei tifosi del Benfica. Nel 1962, dopo aver vinto due Coppe dei Campioni, Guttmann lascia il club in rotta con la dirigenza e lancia una maledizione: «Il Benfica non vincerà mai più una finale europea». Da allora, il Benfica ha perso otto finali continentali. Coincidenze? Forse. Intanto, i tifosi continuano a sperare che questa profezia venga spezzata.
Tra leggenda e realtà si muove anche la storia di Cyrille Makanaky, ex calciatore camerunense. Dopo una disputa con il Barcelona de Guayaquil per un pagamento mancato, si dice abbia lanciato una maledizione contro il club. Makanaky ha sempre negato di praticare stregoneria, ma i fatti parlano chiaro: il club ha vissuto un digiuno di successi lungo ben 14 anni. Un caso? Il mito intorno a questa vicenda continua a far discutere.
Il paranormale non si ferma alle maledizioni. Fernando Muslera, portiere uruguaiano, ha raccontato episodi inquietanti durante le sue partite in Turchia. Ombre misteriose sugli spalti, presenze inspiegabili e quella sensazione di essere osservato da qualcosa che non è umano. Muslera ha confessato che questi episodi lo hanno turbato al punto da influenzare la sua concentrazione in campo. Non proprio il miglior modo per affrontare un rigore decisivo, vero?
Se pensavi che i fantasmi si limitassero ai vecchi castelli, ti sbagli. Giovanni van Bronckhorst, ex calciatore olandese, giura di aver visto un fantasma in campo durante una partita in Sud America. L’apparizione lo avrebbe spaventato così tanto da lasciargli un segno indelebile. Non ha mai rivelato i dettagli, ma quell’esperienza lo ha portato a riflettere profondamente sulla vita oltre il calcio.
Per chi ama il calcio italiano, la storia di Roberto Baggio ha sempre avuto un’aura quasi mistica. Genio assoluto, ma spesso perseguitato dalla sfortuna. Tra infortuni e momenti decisivi andati storti, qualcuno ha ipotizzato che Baggio fosse vittima di una maledizione legata al suo allontanamento dalle tradizioni religiose familiari. Fantasia? Forse. Ma per i suoi fan, certi episodi hanno ancora il sapore amaro del destino avverso.
Infine, parliamo di Cristiano Ronaldo, icona mondiale del calcio. Non si tratta di maledizioni o fantasmi, ma superstizioni ben radicate. CR7 è noto per seguire rigidi rituali prima delle partite: sempre lo stesso posto sul bus, l’ingresso in campo col piede destro e un’attenzione quasi maniacale ai numeri. Non è paranormale, certo, ma chi può dire quanto queste piccole ossessioni abbiano contribuito al suo successo?
E tu, credi davvero che certe storie siano solo frutto della fantasia? La prossima volta che il tuo bomber sbaglia un rigore al 90°, forse vale la pena chiedersi se dietro non ci sia qualcosa di più…
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