Sinner, che rischio: perché questo giorno può rovinargli la carriera

Jannik Sinner squalificato per il caso clostebol: tre mesi passano in fretta ma c’è qualcosa che invece potrebbe non passare mai

Jannik Sinner in conferenza stampa con faccia preoccupata
Sinner, che rischio: perché questo giorno può rovinargli la carriera (AnsaFoto) – serieanews.com

È la notizia del giorno, quindi impossibile non la sappiate: Jannik Sinner è stato squalificato per tre mesi a causa del caso clostebol. Non è il caso di perdersi nei dettagli tecnici, anche perché basta cercare un po’ in giro per il web per farsi un’idea di ciò che è accaduto.

In questa sede però è il caso di focalizzarsi su un altro punto importante della questione: la scelta di patteggiare potrebbe essere stata un errore madornale, l’inizio di un’etichetta che lo seguirà per sempre. Non parliamo di doping, ma di una piccola macchia che rischia di rovinargli la carriera. E sappiamo bene come va quando si patteggia: anche se non sei colpevole ci sarà sempre il primo Kyrgios che non perderà occasione per puntarti il dito contro.

Prima di analizzare i fatti facciamo subito a capirci: Jannik Sinner non si è dopato. Non si tratta di un caso di doping volontario, non c’è un atleta che si è dopato per fare il “salto di qualità”. Sinner è stato vittima di un errore del suo entourage. Nessun miglioramento nelle performance, solo un errore del suo staff che dipende da lui soltanto in senso lato, ovvero per la famosa “responsabilità oggettiva” che tanti dubbi solleva anche nel calcio.

Sinner patteggia come l’Inter e la Juve: era proprio il caso?

Ma, e qui arriva la parte più difficile da digerire, la sua scelta di patteggiare non fa altro che alimentare quella sensazione un po’ complottista che “qualcosa non quadra”. E non è giusto, perché questo ragazzo non ha fatto nulla di male. Ma chi guarda dalla finestra, e non vede oltre le apparenze, dirà sempre: “Ha patteggiato, quindi colpevole!”.

Jannik Sinner in battuta
Sinner patteggia come l’Inter e la Juve: era proprio il caso? (AnsaFoto) – serieanews.com

Quindi sì, Jannik ha patteggiato, e se da una parte capiamo la sua scelta, dall’altra è difficile non pensare che questo metta una macchia sulla sua carriera. Assolutamente comprensibile: la squalifica avrebbe potuto essere molto più lunga, e avrebbe potuto compromettere definitivamente la sua ascesa. Ma il danno d’immagine resta, e paradossalmente più Jannik diventa bravo più questo danno sarà pesante.

E poi arrivano le speculazioni. Quando si patteggia, diventi automaticamente il “patteggiatore”, anche se la tua innocenza è chiara. E questa storia è uguale a quella del calcio: pensiamo ad Inter e Juventus. Entrambe hanno patteggiato – e per responsabilità ben più evidenti – ma i tifosi avversari non perdonano mai. Il concetto non cambia: anche se non hai fatto niente, l’etichetta ti resta appiccicata, soprattutto quando sei giovane e stai cercando di emergere.

Il “rumore dei Kyrgios” e quel sistema antidoping su cui riflettere. E molto!

I detrattori, in alcuni casi perfino i “nemici”, ci sono sempre, e anche se sono pochi sanno essere molto fastidiosi. Prendiamo ad esempio Nick Kyrgios, che non perde occasione per lanciare frecciate. Ma è davvero il caso di dargli peso? No. Lui, come tanti, preferisce speculare anziché riflettere sui fatti. E così, Sinner diventa il capro espiatorio perfetto per chi non ha altro da dire.

Questa vicenda dovrebbe farci riflettere sul fatto che il sistema antidoping può diventare troppo rigido e senza sfumature, e che una piccola disattenzione o un errore da parte di qualcun altro può compromettere irrimediabilmente una carriera. Quello che dovrebbe essere un sistema di giustizia, in realtà, può diventare una trappola per chi non ha nemmeno la possibilità di difendersi in modo equo.

Djokovic e Kyrgios chiacchierano a bordo campo
Il “rumore dei Kyrgios” e quel sistema antidoping su cui riflettere. E molto! (AnsaFoto) – serieanews.com

Per Sinner, il danno d’immagine è enorme. Ma, Jannik, so che hai preso una decisione difficile e sofferta. Una scelta che ti toglie un peso, ma che lascia una piccola macchia sulla tua immagine pubblica. Ora però è il momento di raccogliere tutte le tue forze.

Preparati, perché nei prossimi anni dovrai affrontare critiche strumentali e commenti fuori luogo. Non c’è nulla da fare, è così che funziona. Ma sappi che la maggioranza di chi ti guarda sa bene che non hai colpe, e che anzi, forse è meglio così, per tanti motivi. Purtroppo, la maggioranza è sempre silenziosa, mentre chi non ha nulla di utile da dire è sempre rumoroso.

La chiave? Ignorarli. Guardare avanti, passo dopo passo. Non curarti di loro, ma guarda e passa, come disse una volta uno bravo. Sii più forte di tutte le critiche e continua a dimostrare con il tuo gioco cosa sei capace di fare. La tua carriera è lunga, e chi ti vuole bene non smetterà mai di credere in te. Animo, Jannik. E torna più forte di prima!

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