Atalanta beffata al 94’: Gasperini furioso, ma l’arbitro Meler sembra essere particolarmente abituato alle polemiche (e alle botte)
Se Bergamo ieri notte avesse avuto una colonna sonora, sarebbe stata una compilation di insulti in tutte le lingue del mondo. Sì, perché l’Atalanta, dopo aver accarezzato il sogno di un pareggio prezioso in casa del Bruges, è stata punita al 94’ da un rigore che definire generoso è un eufemismo.
E il protagonista, tanto per cambiare, è stato lui: Halil Umut Meler, l’arbitro turco che si è guadagnato ancora una volta i titoli delle cronache, ma non certo per meriti sportivi.
A perdere la pazienza per primo è stato Gian Piero Gasperini, espulso dopo il triplice fischio e inquadrato mentre mandava platealmente a quel paese l’arbitro uscendo dal campo. Una scena che riassumeva perfettamente il clima di quella manciata di minuti finali, dove la tensione si tagliava a fette per una sconfitta che compromette anche la questione ranking per le italiane in Champions.
Ma non è finita qui. Al termine del match, ci ha pensato Charles De Ketelaere, grande ex della serata, a lanciare una bordata pesantissima: “L’arbitro è stato arrogante. Se quel rigore lo vedono altri cento arbitri, non lo danno mai”. Dichiarazioni che, neanche a dirlo, hanno fatto subito il giro del web, alimentando la rabbia dei tifosi nerazzurri già sul piede di guerra.
Se pensate che l’episodio di ieri sia solo un caso isolato, vi conviene mettervi comodi. Perché Halil Umut Meler non è nuovo a situazioni sopra le righe. Anzi, il suo curriculum è un mix perfetto tra polemiche arbitrali e momenti che sfiorano il surreale.
Che poi nel caso in questione c’è solo da esprimergli solidarietà, ma fotografa bene la tendenza di Meler a mettersi nei guai per le sue decisioni. La sua “notte più nera” risale al dicembre 2023, durante una partita del campionato turco tra Ankaragucu e Caykur Rizespor.
Il match sembrava destinato a chiudersi senza troppe emozioni, finché al 97’ il Rizespor trovò il gol del pareggio. Ed è qui che succede l’incredibile: Faruk Koca, presidente dell’Ankaragucu, perse completamente la testa. Entrò in campo, puntò dritto verso Meler e gli sferrò un pugno sotto l’occhio sinistro, facendolo crollare a terra.
Non contento, Koca — seguito da altre persone dello staff — iniziò a prenderlo a calci mentre l’arbitro era ancora a terra. «Qualcuno mi ha minacciato di morte», raccontò Meler, ricoverato poco dopo per fratture alle ossa facciali.
Il giorno dopo scoppiò il caos. La federazione turca sospese il campionato per diverse settimane, mentre Faruk Koca e altri due aggressori vennero arrestati. Il presidente dell’Ankaragucu si dimise, ma la tensione non calò. Gli arbitri turchi, scioccati, minacciarono lo sciopero: “Non torneremo a dirigere partite finché non verranno prese misure drastiche. Se necessario, che siano gli stranieri ad arbitrare”, tuonarono in un comunicato.
La storia, per fortuna, non finì in tragedia, ma lasciò segni profondi nella carriera di Meler. Eppure, nonostante tutto, l’arbitro turco ha continuato la sua avventura internazionale, raccogliendo altre polemiche in giro per il mondo. Dall’Arabia Saudita alla Coppa del Golfo, ovunque ci sia una decisione discutibile, lui sembra essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
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