A muso duro con Thiago Motta, il retroscena: “Gli hanno spiegato una cosa della Juve”

Thiago Motta e il suo inizio “diesel” alla Juventus. In diretta radio un retroscena che spiega dove potrebbe esserci stata la svolta

Thiago Motta a testa bassa
A muso duro con Thiago Motta, il retroscena: “Gli hanno spiegato una cosa della Juve” (Foto: Ansa) – serieanews.com

Hai presente quelle volte in cui tutto sembra andare storto, e poi, di colpo, le cose cominciano a sistemarsi? Ecco, la Juventus di Thiago Motta ha vissuto esattamente questo percorso nelle ultime settimane.

Ci ha messo un po’ a carburare, diciamolo pure. Tre vittorie di fila, per la prima volta in stagione, sono arrivate solo a febbraio. Il che, per chi conosce l’ambiente bianconero, è praticamente un’eresia. La Juve non è abituata ad aspettare così tanto. La pazienza non è mai stata una virtù da queste parti.

Thiago Motta lo ha scoperto presto. Perché allenare la Juve non è come allenare una squadra qualunque. Qui, il tempo per sperimentare è ridotto al minimo sindacale. Puoi avere tutte le idee più brillanti del mondo, ma se non portano punti in classifica, servono a poco. E il messaggio, pare, glielo hanno fatto capire a muso duro.

Certo, ci sono stati alibi. Gli infortuni, una rosa corta, qualche errore di inesperienza. Tutto vero. Ma, a volte, è sembrato che Motta si fidasse un po’ troppo del proprio istinto, ignorando i segnali di allarme. Una fiducia che lo ha portato a insistere su alcune scelte tattiche non sempre comprese dall’ambiente. La società, però, lo ha protetto. Ha resistito alla tentazione di metterlo in discussione nei momenti peggiori e ha preferito lavorare insieme a lui per correggere il tiro.

Il retroscena di Agresti su Thiago Motta: “Ecco cosa gli hanno spiegato”

Il retroscena è stato svelato da Stefano Agresti a Radio Radio. Una frase secca, diretta, di quelle che lasciano poco spazio ai fraintendimenti: “Gli hanno spiegato che alla Juve non si fanno prove di tattica, ma solo prove di vittoria”. Tradotto: va bene il gioco, va bene il progetto, ma a patto che arrivino i risultati. Sempre.

Thiago Motta, allenatore della Juventus
Il retroscena di Agresti su Thiago Motta: “Ecco cosa gli hanno spiegato” (AnsaFoto) – serieanews.com

È il cuore del DNA juventino, lo stesso che Giampiero Boniperti sintetizzava con quel famoso motto diventato quasi un dogma: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Alla Juve non importa se vinci giocando bene o male, importa solo vincere. Punto. E Motta ha dovuto adattarsi in fretta. Non perché non conosca il calcio, ma perché l’universo bianconero ha regole diverse.

Quei confronti a porte chiuse, anche accesi, hanno fatto la differenza. Non sono stati semplici richiami, ma momenti di crescita vera. Di quelli che ti mettono davanti allo specchio e ti costringono a cambiare qualcosa, anche se non ti va. E a valutare anche diversamente calciatori che oggi sembrano autentici flop, come Koopmeiners o Vlahovic.

E il cambiamento si è visto. Nelle ultime settimane, la Juve di Thiago Motta ha iniziato a sembrare una squadra più concreta, meno ossessionata dalla costruzione e più attenta a portare a casa il risultato. Non sarà ancora una macchina perfetta, ma è una squadra che sta imparando a vivere secondo le leggi della sua storia.

Le tre vittorie consecutive, tra cui quella fondamentale in Champions, sono il primo segnale di un nuovo corso. Una sorta di patto tacito tra Motta e la società: avanti con le idee, ma senza dimenticare mai l’obiettivo principale. La vera domanda è: Motta riuscirà a trovare l’equilibrio tra il suo calcio e quello richiesto dall’ambiente juventino? Se ci riuscirà, potrebbe essere l’inizio di una nuova era. Una Juve diversa, meno ossessionata dal pragmatismo, ma comunque vincente.

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