Quanti sedicenni conoscete che abbiano calcato i campi della Serie A e della Champions League nello stesso anno? Francesco Camarda, talento cristallino del Milan, è uno di quei rari fenomeni che fanno parlare di sé ben prima di arrivare alla maggiore età
La stagione di Francesco Camarda è già impressionante di per sé, perché non è da tutti scendere in campo già così giovani al centro dell’attacco del Milan, non certo di una squadra che lotta per salvarsi. Eppure la sua prima vera stagione fra i pro presenta una piccola “ombra”, se così possiamo chiamarla.
La domanda è: è davvero una questione di sfortuna o di tempistiche sbagliate? Guardiamo i numeri, analizziamo i fatti e proviamo a capire perché Camarda potrebbe non entrare in una classifica che avrebbe reso ancora più speciale il suo debutto tra i grandi, quella dei più giovani marcatori nella storia della Serie A dove peraltro figura anche un altro calciatore del nostro campionato, lo sfortunato Pietro Pellegri.
Il 2024/25 è, senza dubbio, una stagione cruciale per Camarda. In pochi mesi, il giovane attaccante è riuscito a ritagliarsi uno spazio nelle rotazioni di ben due allenatori del Milan: prima Fonseca, poi Conceição. Sei presenze in campionato e 124 minuti complessivi sono un bottino di tutto rispetto per un ragazzo della sua età, considerando che stiamo parlando di una media di poco più di 20 minuti a partita. Non è tutto: il gioiellino rossonero ha fatto il suo esordio anche in Champions League, collezionando altre tre presenze: qui ad esempio figura in classifica come italiano più giovane di sempre a fare il suo debutto.
Quello che è mancato finora è solo il gol. Eppure, nei suoi spezzoni di partita, Camarda ha dimostrato di avere le qualità per reggere il confronto con i professionisti: una buona visione di gioco, movimenti da attaccante navigato e la capacità di far salire la squadra nei momenti di difficoltà. Insomma, il talento c’è, ma il momento della prima rete non è ancora arrivato.
Facciamo un passo indietro. Se Camarda avesse segnato un gol a inizio stagione, sarebbe entrato direttamente al quarto posto nella classifica dei marcatori più giovani della Serie A. Ora, però, il tempo stringe: segnando contro la Juventus, sarebbe solo un giorno più “anziano” di Roberto Mancini, che mise a segno la sua prima rete a 16 anni, 10 mesi e 7 giorni. Camarda, invece, avrebbe 16 anni, 10 mesi e 8 giorni, entrando comunque in ottava posizione, davanti a Khouma Babacar.
Di certo è una corsa contro il tempo fine a se stessa, per carità. Ma per un giovane come Camarda, questi piccoli record rappresentano tappe importanti, simboli di un percorso che lascia il segno. E se il gol non arrivasse entro aprile? Il rischio è di scivolare fuori dalla top 10, superato da Giorgio De Giorgis, che segnò a 17 anni e 22 giorni.
Per quanto affascinanti, le classifiche di precocità lasciano un po’ il tempo che trovano. La vera domanda è un’altra: Camarda sta crescendo come ci si aspettava? I numeri dicono di sì. Non è solo un giovane che ha avuto fortuna o spazio per le emergenze; è un calciatore che sta già dimostrando di poter competere a livelli altissimi. Il gol, che per il momento latita anche col Milan Futuro, arriverà senz’altro, è solo questione di tempo. E quando arriverà, potrebbe essere l’inizio di una lunga serie che lo porterà non solo a infrangere record, ma anche a diventare una colonna dell’attacco italiano per gli anni a venire.
Il talento c’è, la mentalità pure. Ora è solo questione di mettere insieme i pezzi, un gol alla volta. Noi restiamo qui ad aspettare, convinti che il futuro è già scritto: Camarda non sarà ricordato per un singolo record di precocità, ma per una carriera che potrebbe portarlo molto più lontano.
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