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Serie A

Gasperini come Guardiola: l’ultima rivoluzione farà fuori due totem della squadra

Cosa serve per rivoluzionare il calcio? A Gian Piero Gasperini è bastata un po’ di emergenza e tanto coraggio: Guardiola, guarda qua!

La svolta non è arrivata certo per caso. Nei fumetti Gasp è da sempre un’interiezione che trasmette stupore, sorpresa. E forse non a caso Gasp è il soprannome più famoso di Gian Piero Gasperini, l’uomo più stupefacente che sta esprimendo il calcio italiano da 10 anni a questa parte.

La (nuova) rivoluzione del Gasp in stile Guardiola (AnsaFoto) – serieanews.com

Il Gasp ci aveva già provato nella scorsa stagione, ma era mancata la continuità. Ora, invece, complici le assenze pesanti in attacco, è diventata una necessità. Ed ecco che la Dea si trasforma, ispirandosi a squadre come il Barcellona di Guardiola o il Napoli di Sarri. L’infortunio di Retegui, dopo quello di Scamacca, avrebbe messo in crisi molte squadre, ma non l’Atalanta. Anzi, per il Gasp è stata quasi un’opportunità: la chance di mettere in pratica un’idea che gli frullava in testa da tempo. L’idea di giocare senza un centravanti puro. Sì, proprio lui, che ha costruito anni di successi passando dal peso del Tanque Denis ai muscoli di Duvan Zapata, sta dimostrando che il futuro può fare a meno del numero 9.

Il nome su cui tutti puntavano gli occhi è quello di Ademola Lookman, rapido e incisivo come pochi, capace di fare male sia da prima punta che da esterno viste le sue straordinarie qualità tecniche. Ma il vero jolly del Gasp è Charles De Ketelaere, che sta finalmente trovando la sua dimensione ideale. Là davanti si muove con eleganza, aprendo spazi e inventando giocate che mettono in crisi ogni difesa.

Poi c’è Nicolò Zaniolo, un giocatore che sembra essere stato acquistato proprio per questo tipo di calcio fluido e imprevedibile. E che dire di Mario Pasalic, trasformato da centrocampista talentuoso in uomo a tutto campo che sa fare indifferentemente il mediano come il falso nueve. Gasperini mescola le carte, cambia gli assetti tattici e sorprende ogni volta.

Ciò che sta facendo Gasperini non è solo un cambio di modulo. È una vera e propria rivoluzione. Rinunciare al centravanti per mettere al centro il talento e la fantasia è un atto di coraggio, soprattutto per un allenatore che ha sempre puntato sulla fisicità e sulla concretezza dei suoi bomber. Ma il calcio cambia, e il Gasp lo sa bene. Come Guardiola, che a suo tempo ha rivoluzionato il gioco del Barcellona, anche lui sta scrivendo un nuovo capitolo della storia del calcio. Del suo e forse anche di tutto il resto del calcio, anche perché – a dirla tutta – il gioco di Gasperini non ha tantissimi concetti in comune con quello del grande Pep.

La Gasp revolution cambia il mercato: ora Retegui non è più incedibile

Ma tant’è. Rinunciare al 9 per riportare la fantasia al potere. Con questa nuova filosofia, Retegui e Scamacca rischiano di diventare quasi superflui. Non più un totem, non più un dogma, ma semmai un’alternativa di qualità per provare a scardinare alcune situazioni con l’atteggiamento tattico classico, quello che prevede il numero 9. Ma, ecco, per un’idea del genere può bastare anche un solo attaccante.

Non è una questione di qualità – sono due attaccanti di livello – ma di adattamento a un sistema che privilegia la velocità di pensiero e la capacità di aderire alle situazioni. Retegui, poi, è già al centro di voci di mercato: pare che dalla Premier League siano pronte offerte superiori ai 50 milioni, più del doppio di quanto l’Atalanta lo ha pagato pochi mesi fa. Una plusvalenza che fa gola.

Ora Mateo Retegui non è più indispensabile (AnsaFoto) – serieanews.com

Per Scamacca, invece, il discorso è più complesso. Il suo rientro è previsto non prima di febbraio inoltrato, e nel frattempo la squadra ha trovato una sua identità senza di lui. Gasperini, che non ha mai avuto paura di scelte impopolari, potrebbe decidere di andare avanti su questa strada, sfruttando la poliedricità di giocatori come Pasalic, che all’occorrenza sa trasformarsi in attaccante aggiunto.

E allora viene da chiedersi: quanto lontano può arrivare questa Atalanta? Con giocatori che si muovono all’unisono, senza punti di riferimento fissi per gli avversari, la squadra sembra avere sempre meno punti deboli. Certo, non mancheranno le sfide – soprattutto contro le big – ma una cosa è chiara: il calcio di Gasperini è vivo, in continua evoluzione, e pronto a stupire ancora. Magari arrivando al traguardo che tutta Bergamo sogna e che sarebbe il coronamento del percorso di un autentico genio del calcio.

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Scritto da
AntonioP

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