I playoff in Serie B potrebbero non disputarsi: vediamo come funziona il regolamento e gli episodi simili capitati in passato
La Serie B 2024/25 si avvia verso la fase cruciale della stagione e, come ogni anno, gli occhi sono puntati sulla lotta per i playoff. Attualmente, il distacco tra la terza e la quarta classificata si fa sempre più marcato, alimentando il dibattito su un possibile scenario senza spareggi.
Con il Pisa saldamente al terzo posto e la Juve Stabia in quarta posizione ma a 9 punti di distanza, il rischio che i playoff non si disputino non è più solo un’ipotesi teorica. Ma quanto spesso si verifica una situazione del genere nella storia del campionato cadetto? E quali sono le regole che lo determinano?
Dal 2004-2005, stagione in cui i playoff sono stati introdotti nel campionato cadetto, esiste una regola precisa: gli spareggi non si disputano se la terza classificata chiude il campionato con un distacco di almeno 14 punti dalla quarta. In questo caso, la promozione diretta in Serie A è riservata alle prime tre squadre della classifica. Questa norma è pensata per premiare la superiorità dimostrata sul campo durante tutta la stagione, evitando spareggi che, in alcune circostanze, potrebbero apparire superflui o ingiusti.
Non c’è dubbio che i playoff siano un elemento fondamentale per mantenere alta l’attenzione sul campionato di Serie B fino all’ultimo minuto. Offrono una seconda chance a squadre che, pur non essendo tra le prime tre, hanno dimostrato di poter competere ad alti livelli. Inoltre, gli spareggi rappresentano uno spettacolo per i tifosi e un momento di grande emozione per il calcio italiano.
Immaginare una stagione senza playoff è difficile, proprio perché sono diventati una parte integrante dell’identità della Serie B. Ma il regolamento è chiaro: quando il divario è troppo ampio, la meritocrazia prevale.
Da quando i playoff sono stati introdotti, solo in un’occasione non si sono disputati. Era la stagione 2006-2007 e la classifica finale del campionato mostrava un netto divario tra le prime tre squadre e il resto del gruppo.
La Juventus, tornata in Serie B dopo Calciopoli, dominò il campionato con 85 punti, seguita dal Napoli con 79 e dal Genoa con 78. La quarta classificata, il Piacenza, terminò a quota 68 punti, un distacco di ben 10 lunghezze dal Genoa. All’epoca il distacco minimo per consentire questa situazione era di 9 punti, perciò in un Marassi vestito a festa Genoa e Napoli, all’epoca gemellate, portarono a casa il pareggio necessario per tornare entrambe in A, complice anche il pareggio all’ultima giornata dello stesso Piacenza.
Quel campionato è rimasto nella memoria degli appassionati come un’anomalia. Il contesto era unico: la Juventus, retrocessa a seguito dello scandalo Calciopoli, rappresentava un caso eccezionale per il campionato cadetto. Napoli e Genoa, entrambe squadre storiche del calcio italiano, completarono un trio di testa che per gran parte della stagione apparve inarrivabile per le altre squadre. Nonostante le regole fossero chiare, quella stagione portò a discussioni e critiche, con molti tifosi che avrebbero preferito vedere i playoff disputarsi regolarmente. Tanto che poi questo divario è stato ampliato appunto a 14 punti.
L’ipotesi che i playoff non si disputino è piuttosto rara. In Serie B, la competitività tra le squadre è alta, e il distacco tra la terza e la quarta classificata difficilmente supera i 14 punti. Le squadre che lottano per le posizioni playoff sono spesso molto vicine in termini di punti, rendendo gli spareggi quasi sempre necessari per decretare l’ultima promossa in Serie A. Tuttavia, la possibilità esiste, soprattutto in stagioni dominate da una o più squadre che si dimostrano nettamente superiori alle altre.
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