Inter, il problema Lautaro Martinez è serio: il dato sorprende tutti, ecco cosa sta accadendo al centravanti
Quando il campionato dell’Inter è iniziato a metà agosto, in tanti speravano che Lautaro Martínez, il capitano nerazzurro, continuasse sulla scia delle straordinarie prestazioni della scorsa stagione. Un’annata in cui il “Toro” sembrava davvero pronto a trascinare la squadra verso traguardi ambiziosi, con un bottino di 24 gol in Serie A (27 stagionali) e un ruolo centrale nel successo in campionato.
Ma a dicembre, quattro mesi dopo, il Lautaro che vediamo in campo sembra essere un lontano parente di quel giocatore implacabile che tanto ha fatto emozionare i tifosi. Il problema, però, non è tanto nel suo impegno o nel suo desiderio di fare bene, quanto piuttosto in una difficoltà che appare sempre più evidente.
Crisi Lautaro: i numeri non mentono
Guardando i numeri, Lautaro non è mai stato un giocatore che scompariva dai radar. Ha segnato sei gol fino ad ora, un buon totale per molti attaccanti, ma se confrontato con le 14 reti che aveva messo a segno lo stesso periodo della scorsa stagione, qualcosa non torna.
Il suo rendimento è certamente più basso, e a questo si aggiungono anche le difficoltà in Champions League, dove il suo contributo è stato meno incisivo rispetto a quello che ci si aspettava. La sua mancanza di brillantezza non sembra derivare da un problema fisico: secondo i dati filtrati da Appiano Gentile, i suoi parametri fisici sono in linea con quelli degli altri compagni. Ma qualcosa non quadra, e la spiegazione, a quanto pare, è più mentale che fisica.
A complicare le cose, c’è il recente rinnovo del contratto. Lautaro ha esteso il suo legame con l’Inter, arrivando a guadagnare 9 milioni di euro all’anno, un cifra importante che lo mette tra i giocatori più pagati della Serie A. Questo aumento, tuttavia, potrebbe aver creato una pressione supplementare sulle sue spalle.
Non solo l’attaccante argentino ha dovuto affrontare voci insistenti su richieste faraoniche e nuove aspettative, ma è stato anche al centro dell’attenzione mediatica, con la pressione di essere il leader di una squadra in crescita. Non è un caso che nelle partite recenti, Inzaghi abbia cercato in tutti i modi di farlo segnare, mandando segnali chiari di fiducia. Ma Lautaro sembra essere stato inghiottito da questa pressione, come se non riuscisse a liberarsi dai fardelli del passato.
Il confronto con i top attaccanti europei: dati impietosi
Nel frattempo, i suoi colleghi in Europa non sembrano avere gli stessi problemi. Attaccanti come Erling Haaland del Manchester City, con i suoi 18 gol stagionali, e Robert Lewandowski del Barcellona, che ha messo a segno ben 23 gol, sono lontani anni luce rispetto a Lautaro in termini di numeri.
Anche altri giocatori come Jonathan David del Lille, con 17 gol, stanno dimostrando una consistenza che il “Toro” fatica a ritrovare. È chiaro che Lautaro, pur avendo un inizio di stagione positivo, non sta facendo vedere la stessa efficacia sotto porta che lo aveva contraddistinto nella scorsa stagione. Nonostante la sua posizione di capitano e la fiducia del mister, l’argentino sembra non riuscire a esprimere quel calcio spavaldo e determinato che lo aveva reso uno degli attaccanti più temuti in Italia.
Il percorso di Lautaro: ritrovare la leggerezza
La vera domanda, quindi, è: cosa manca a Lautaro per tornare a essere il giocatore di prima? La risposta sembra essere un mix di serenità mentale e fiducia nelle sue qualità. Per quanto la preparazione fisica non sembri essere un problema, la pressione sembra averlo sopraffatto. In fondo, è stato proprio lui a sollevare l’Inter in più di una occasione con gol decisivi. Eppure, ora sembra come se non avesse ancora superato il peso delle tensioni estive legate al rinnovo e alle voci sul suo futuro.
Ora più che mai, Lautaro ha bisogno di “resettare” e tornare a concentrarsi sul calcio, lasciando alle spalle le incertezze e il carico emotivo accumulato. Forse è arrivato il momento di riprendere il cammino a piccoli passi, senza pensare troppo a quello che sarà, ma godendosi ogni singolo gol come se fosse il primo. Solo così, forse, potrà tornare a brillare come il grande capitano che è sempre stato.