Un addio doloroso ma necessario: cedendo Tomori il Milan è pronto ad accaparrarsi due nomi di grido per rifondare la difesa
Cosa rende una difesa davvero solida? Non solo il talento individuale, ma soprattutto la capacità di agire come un’unica entità. Questo è esattamente ciò che manca al Milan in questa stagione: più che una questione di qualità, sembra un problema di intesa. Ogni centrale difensivo sembra giocare la propria partita, come se non ci fosse un filo conduttore che li unisca.
E il motivo è chiaro: Fonseca si è trovato un pacchetto di giocatori “ereditato” che, per quanto valido, non rispecchia del tutto il suo modo di intendere il calcio. Il risultato? Una retroguardia che non convince, spesso in difficoltà nel leggere le situazioni e nel rispondere alle richieste tattiche del tecnico portoghese.
La vittoria contro il Real Madrid ha regalato a Fonseca una boccata d’aria fresca, ma le scorse gare hanno messo in evidenza i limiti strutturali di questa squadra. Per un allenatore che fa del gioco corale e della precisione tattica un marchio di fabbrica, è fondamentale poter contare su giocatori che parlino la sua stessa lingua. E, al momento, questo non accade in difesa.
Tra i principali indiziati c’è Fikayo Tomori, uno che in passato ha fatto la differenza ma che quest’anno non sembra sempre ineccepibile. Il centrale inglese, abituato a un calcio più istintivo, fatica a calarsi nei meccanismi che Fonseca richiede: posizionamento attento, costruzione dal basso e una lettura più lucida delle situazioni. Continuare così rischia di penalizzare sia il giocatore che il progetto tecnico del Milan.
Ed è qui che entra in gioco una scelta che potrebbe fare male, ma che sembra inevitabile: cedere Tomori. Il difensore ha ancora mercato e una sua vendita potrebbe portare nelle casse rossonere una cifra importante, utile per finanziare un restyling completo del reparto arretrato.
L’idea non è solo quella di monetizzare, ma di reinvestire in due nuovi centrali giovani, più adatti alle richieste del tecnico. Tra i nomi che circolano ci sono Gabbia, che potrebbe tornare con un ruolo più centrale nel progetto, e il promettente Pavlovic, uno dei talenti emergenti nel panorama europeo. Due giocatori non ancora affermati, ma con caratteristiche che sembrano sposarsi perfettamente con l’impronta di Fonseca.
Anche Thiaw potrebbe essere sacrificato per ampliare il budget a disposizione. Non è una questione di svalutare i singoli, ma di fare un passo indietro per costruire qualcosa di più solido e funzionale. Dare a Fonseca una difesa “su misura” significherebbe eliminare ogni alibi. Con giocatori scelti appositamente per il suo sistema, il tecnico portoghese avrebbe tutte le carte in regola per trasformare la retroguardia da punto debole a punto di forza.
La domanda, però, resta: il Milan è pronto a compiere questo sacrificio? Vendere uno dei suoi leader per puntare su giovani promesse è una scommessa che può pagare, ma anche portare a rischi. La palla passa alla dirigenza, che dovrà decidere se davvero vuole costruire una squadra che rispecchi fino in fondo la visione del suo allenatore.
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