La crisi in casa Roma si fa sempre più grave, ma c’è chi va oltre e offende: stavolta è capitato a uno dei più importanti politici italiani
Quando una figura pubblica e di spicco si lascia andare a dichiarazioni pesantissime, non può che esplodere una tempesta mediatica. In un mondo dove il calcio è questione di vita o di morte per molti, certe affermazioni diventano il catalizzatore di polemiche che non si spengono facilmente.
Questa volta, al centro della scena c’è una frase che ha lasciato tutti senza parole: “Juric è un caso umano. Del tutto inadeguato, lui e i Friedkin vanno accompagnati con garbo alla porta. Ora”. Parole forti, per non dire devastanti, che hanno subito scatenato un vortice di reazioni, tra chi è d’accordo e chi accusa chi le ha pronunciate di essere andato ben oltre il limite.
Ma chi è il protagonista di questa invettiva? Il destinatario è Ivan Juric, allenatore della Roma, che si è trovato al centro di un ciclone mediatico scatenato nientemeno che da Maurizio Gasparri, ex ministro delle comunicazioni, capogruppo di Forza Italia e volto noto della politica italiana. E non si è fermato qui. Gasparri ha rincarato la dose con un appello accorato: “Cento romani, io ci sto, ingaggino Ranieri per salvare la Roma dalla B. Ultima spiaggia”. Un commento che ha fatto rumore e che ha diviso l’opinione pubblica.
Le offese per Juric e la crisi della Roma
La situazione della Roma è complicata, e Juric ne è diventato il capro espiatorio. Arrivato con il compito quasi impossibile di risollevare una squadra allo sbando, il tecnico croato si trova ora a gestire un ambiente sempre più tossico.
Eppure, bisogna ammettere che i problemi della squadra non dipendono solo da lui. La rosa è stata costruita male, le strategie societarie hanno lasciato a desiderare, e Juric ha dovuto fare i conti con un contesto che avrebbe messo in difficoltà anche allenatori più esperti. Nonostante ciò, la sua posizione è sempre più traballante.
Ad aggravare la situazione c’è il confronto con i cugini della Lazio, che sotto la guida di Marco Baroni stanno vivendo una stagione straordinaria. Partiti senza troppo clamore, i biancocelesti sono diventati protagonisti di questo campionato, con un gioco solido e una classifica che sorride. È come se ogni passo falso della Roma fosse amplificato dal successo della Lazio, aumentando la pressione su Juric e l’ambiente giallorosso.
Non è un mistero che le parole di Gasparri abbiano diviso il tifo romanista. Alcuni, stanchi di vedere la loro squadra arrancare, hanno appoggiato le sue critiche, condividendo il malcontento e sperando in un cambio di rotta immediato. Ma non tutti sono stati d’accordo. C’è chi ha criticato aspramente l’ex ministro, ricordandogli che da una figura istituzionale ci si aspetta un comportamento più moderato, soprattutto in un contesto già esasperato come quello della Roma. “Abbassa i toni”, gli hanno chiesto in molti, sottolineando che la città ha bisogno di serenità, non di ulteriori polemiche.
Il futuro della Roma rimane un’enorme incognita. Juric potrà ancora ribaltare una situazione che sembra disperata, o sarà costretto a lasciare? Se i Friedkin decidessero di esonerarlo, la scelta di un successore sarà cruciale, e Ranieri, evocato da Gasparri, è un nome che scalda i cuori. Ma il vero problema resta più profondo: come si può ricostruire una squadra e un ambiente in così grande difficoltà?
Il calcio, a Roma, è una questione di identità. Ma ora la domanda è: si può davvero risolvere tutto con un cambio in panchina o serve qualcosa di più radicale? E Gasparri, con le sue parole, ha aiutato la situazione o l’ha resa ancora più esplosiva?